CBA
I condrociti sono gli elementi
cellulari responsabili del mantenimento delle proprietà strutturali
e funzionali della matrice extracellulare della cartilagine ialina articolare.
Queste cellule, in condizioni €siologiche, mantengono l’omeostasi
tessutale attraverso il perfetto equilibrio fra processi anabolici e catabolici.
L’invecchiamento e le lesioni traumatiche rappresentano le principali
cause delle alterazioni dell’attività di rimodellamento dei
condrociti, che portano allo sviluppo dell’osteoartrosi. Fra i meccanismi
eziopatogenetici dell’osteoartrosi sono da tempo considerati rilevanti
le alterazioni nel numero e nell’attività dei condrociti.
Inoltre, viene data sempre maggior importanza al ruolo dell’in€ammazione
che, attraverso l’espressione di citochine pro-in€ammatorie, già
presenti nelle fasi precoci di osteoartrosi, contribuisce notevolmente
alla degradazione della cartilagine (1). Le citochine in€ammatorie (soprattutto
IL-1, TNFalfa, IL17, IL18) manifestano il loro effetto catabolico stimolando
la produzione di ossido nitrico ed enzimi (proteasi e collagenasi), da
parte di cellule sinoviali, condrociti e linfociti B e T. L’inevitabile
degradazione della cartilagine articolare, che ne consegue, compromette
gravemente l’integrità strutturale delle super€ci articolari
e il danno, che ne deriva, determina una perdita funzionale, in un grave
nocumento per la cartilagine articolare e devono essere controllati nel
tempo più breve e nel modo più ef€cace e completo. Un trattamento
condroprotettivo ha come principale obiettivo il mantenimento dell’integrità
della cartilagine articolare agendo sia sui processi eziopatogenetici
di base che sui processi in€ammatori. L’attivazione a opera dell’adenosina
dei recettori A2A è il meccanismo €siologico attraverso cui l’organismo
controlla i fenomeni in€ammatori. Una nuova classe di farmaci ad azione
A2A agonista, non ancora disponibile per uso clinico, si è dimostrata
in grado di prevenire la degenerazione della cartilagine articolare, quando
esposta ad agenti in€ammatori. Tali farmaci sono pertanto considerati
ad azione condroprotettiva (2). Nel 2002, è stato osservato, in
vitro, che il trattamento bio€sico, con un segnale elettromagnetico pulsato
di opportuna intensità e caratteristiche €siche, è in grado
di favorire il legame fra adenosina e il recettore A2A in cellule in€ammatorie
umane (3). Questa osservazione dimostra che il trattamento bio€sico ha
una azione agonista per il recettore adenosinico A2A analoga a quella
dei farmaci condroprotettori. Gli effetti ad azione A2A agonista descritti
sono dipendenti, in modo inequivocabile, dalle Carpi). Ulteriori studi
sperimentali in vitro hanno dimostrato che il trattamento con ONE) é
in grado di stimolare la proliferazione di condrociti umani e la sintesi
di proteoglicani in espianti di cartilagine articolare bovina (4,5). Gli
effetti anabolici di ONE) sono stati evidenziati anche in presenza di
IL-1, la citochina principalmente responsabile della degradazione della
matrice cartilaginea (6). In€ne, la stimolazione bio€sica associata alla
contemporanea somministrazione di IGF-1, una delle citochine avente un
effetto anabolico sui condrociti, ha avuto un effetto sinergico sulla
sintesi di matrice extracellulare (7). In vivo, é stato possibile
prevenire la degenerazione della cartilagine articolare e la sclerosi
dell’osso subcondrale nelle articolazioni del ginocchio della cavia
del ceppo Dunkin Hartley, che sviluppa spontaneamente lesioni osteoartrosiche
con l’invecchiamento (8). Nella Figura 1 sono riportate immagini
relative a sezioni istologiche del compartimento mediale del ginocchio,
dopo stimolazione con ONE) (a) e in caso di evoluzione spontanea delle
lesioni osteoartrosiche (b). In caso di assenza di stimolazione si osserva
la super€cie irregolare della cartilagine articolare con €ssurazioni e
perdita di proteoglicani negli strati super€ciali e medi. Tali risultati
sono in accordo con quelli di altri autori, che hanno ulteriormente esteso
queste osservazioni dimostrando che, nella cartilagine articolare, degli
animali sottoposti a terapia bio€sica, si rileva un aumento della sintesi
di TGFß e un’inibizione della sintesi di TNF?, con un chiaro
effetto anabolico e trofico sulla cartilagine articolare (9).
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