CBA
Condroprotezione Bio€sica Anatomica della cartilagine articolare


Milena Fini - Dipartimento di Chirurgia Sperimentale, Istituti Ortopedici Rizzoli, Bologna.
Stefania Setti -IGEA SRL, Carpi, Modena.

I condrociti sono gli elementi cellulari responsabili del mantenimento delle proprietà strutturali e funzionali della matrice extracellulare della cartilagine ialina articolare. Queste cellule, in condizioni €siologiche, mantengono l’omeostasi tessutale attraverso il perfetto equilibrio fra processi anabolici e catabolici. L’invecchiamento e le lesioni traumatiche rappresentano le principali cause delle alterazioni dell’attività di rimodellamento dei condrociti, che portano allo sviluppo dell’osteoartrosi. Fra i meccanismi eziopatogenetici dell’osteoartrosi sono da tempo considerati rilevanti le alterazioni nel numero e nell’attività dei condrociti. Inoltre, viene data sempre maggior importanza al ruolo dell’in€ammazione che, attraverso l’espressione di citochine pro-in€ammatorie, già presenti nelle fasi precoci di osteoartrosi, contribuisce notevolmente alla degradazione della cartilagine (1). Le citochine in€ammatorie (soprattutto IL-1, TNFalfa, IL17, IL18) manifestano il loro effetto catabolico stimolando la produzione di ossido nitrico ed enzimi (proteasi e collagenasi), da parte di cellule sinoviali, condrociti e linfociti B e T. L’inevitabile degradazione della cartilagine articolare, che ne consegue, compromette gravemente l’integrità strutturale delle super€ci articolari e il danno, che ne deriva, determina una perdita funzionale, in un grave nocumento per la cartilagine articolare e devono essere controllati nel tempo più breve e nel modo più ef€cace e completo. Un trattamento condroprotettivo ha come principale obiettivo il mantenimento dell’integrità della cartilagine articolare agendo sia sui processi eziopatogenetici di base che sui processi in€ammatori. L’attivazione a opera dell’adenosina dei recettori A2A è il meccanismo €siologico attraverso cui l’organismo controlla i fenomeni in€ammatori. Una nuova classe di farmaci ad azione A2A agonista, non ancora disponibile per uso clinico, si è dimostrata in grado di prevenire la degenerazione della cartilagine articolare, quando esposta ad agenti in€ammatori. Tali farmaci sono pertanto considerati ad azione condroprotettiva (2). Nel 2002, è stato osservato, in vitro, che il trattamento bio€sico, con un segnale elettromagnetico pulsato di opportuna intensità e caratteristiche €siche, è in grado di favorire il legame fra adenosina e il recettore A2A in cellule in€ammatorie umane (3). Questa osservazione dimostra che il trattamento bio€sico ha una azione agonista per il recettore adenosinico A2A analoga a quella dei farmaci condroprotettori. Gli effetti ad azione A2A agonista descritti sono dipendenti, in modo inequivocabile, dalle Carpi). Ulteriori studi sperimentali in vitro hanno dimostrato che il trattamento con ONE) é in grado di stimolare la proliferazione di condrociti umani e la sintesi di proteoglicani in espianti di cartilagine articolare bovina (4,5). Gli effetti anabolici di ONE) sono stati evidenziati anche in presenza di IL-1, la citochina principalmente responsabile della degradazione della matrice cartilaginea (6). In€ne, la stimolazione bio€sica associata alla contemporanea somministrazione di IGF-1, una delle citochine avente un effetto anabolico sui condrociti, ha avuto un effetto sinergico sulla sintesi di matrice extracellulare (7). In vivo, é stato possibile prevenire la degenerazione della cartilagine articolare e la sclerosi dell’osso subcondrale nelle articolazioni del ginocchio della cavia del ceppo Dunkin Hartley, che sviluppa spontaneamente lesioni osteoartrosiche con l’invecchiamento (8). Nella Figura 1 sono riportate immagini relative a sezioni istologiche del compartimento mediale del ginocchio, dopo stimolazione con ONE) (a) e in caso di evoluzione spontanea delle lesioni osteoartrosiche (b). In caso di assenza di stimolazione si osserva la super€cie irregolare della cartilagine articolare con €ssurazioni e perdita di proteoglicani negli strati super€ciali e medi. Tali risultati sono in accordo con quelli di altri autori, che hanno ulteriormente esteso queste osservazioni dimostrando che, nella cartilagine articolare, degli animali sottoposti a terapia bio€sica, si rileva un aumento della sintesi di TGFß e un’inibizione della sintesi di TNF?, con un chiaro effetto anabolico e trofico sulla cartilagine articolare (9).
I risultati di queste ricerche, che si sono estese per un arco di5 anni, finanziate dal MIUR, hanno dimostrato che l’effetto agonista per i recettori adenosinici A2A conferisce a ONE)un’attività condroprotettiva per la cartilagine articolare, analogaa quella descritta per i farmaci ad azione A2A agonista di nuova generazione.
I risultati delle ricerche sopra descritte hanno condotto a sviluppare la terapia di Condroprotezione Biofisica Anatomica(CBA) con ONE), che trova la sua giustificazione su una solida base scientifica e su un chiaro meccanismo di azione.
A differenza della terapia farmacologica, cui possono associarsiforti effetti negativi, la terapia CBA può essere attuata in assenza
di effetti collaterali negativi, tanto che diversi trial clinici sono stati già completati con successo. Il trattamento CBA con ONE) é
sempre locale, penetra e permea facilmente le strutture articolari, investe tutta la cartilagine articolare nella sua estensione e
spessore.
La CBA deve essere impiegata per preservare l’integrità e lafunzionalità della cartilagine articolare; non può certo ricostituire
una cartilagine gravemente lesa e usurata. La CBA é una terapia semplice, capace di controllare in modo efficace i fenomeni
infiammatori articolari, di favorire il trofismo della cartilagine articolare, di prevenire e/o rallentare i fenomeni degenerativi che
si accompagnano all’invecchiamento o a eccessive sollecitazioni meccaniche, come nel caso dello sport professionistico.

a) Superficie articolare del
compartimento mediale del
ginocchio di una cavia stimolata
con ONE).

b) Superficie articolare del
compartimento mediale del
ginocchio di una cavia non
stimolata.
   
   


Bibliografia essenziale.
(1) Goldring SR. Clin Orthop Rel Res, 2004.
(2) Cohen S.B. JOR, 2004.
(3) Varani K. BJP, 2002.
(4) Pezzetti F. Calcif Tissue Int, 1999.
(5) De Mattei M. Connect Tissue Res, 2001.
(6) De Mattei M. CTS, 2003.
(7) De Mattei M. OA, 2004.
(8) Fini M. JOR, in press 2005.