I NOSTRI
INSERZIONISTI
 
Cartijoint
 
Hyalubrix
 
Hyalubrix 60
 
Ligatender
 
Liotonflex
 
Prosound
 
River Pharma
 
Syalox
 
TransAct

 









Anno 11 - Numero 1 - 2011
IL MEDICO SPORTIVO
Periodico di aggiornamento scientifico e
professionale


Alter-G... il parere di chi lo usa

Dottor Luca Pengue, Silio Musa e Vito Scala
Intervista raccolta alla Roma Calcio

In una squadra di alto livello come l’AS Roma è fondamentale ridurre i tempi della riabilitazione a seguito di infortuni o interventi chirurgici. Per ovviare a questa problematica la società ha deciso, in accordo con il proprio staff sanitario, di mettere a disposizione dei propri calciatori il treadmill antigravitazionale AlterG. Qui con noi il Dottor Luca Pengue, Medico Responsabile della Prima Squadra.
Grazie innanzitutto per il tempo dedicatoci.

Dottor Pengue come è venuto
a conoscenza
di AlterG?
Sono venuto a conoscenza di que­sto progetto innovativo grazie a Pierfrancesco Pavoni, distributore per l’Italia di AlterG. La grande esperienza maturata nell’ambito sportivo professionistico ad altissimo livello, consente a Pierfrancesco Pavoni di essere sempre all’avanguardia per quanto riguarda le tecnologie applicate allo sport. Attratto dal progetto AlterG ho deciso di raccogliere informazioni più dettagliate, consultando alcuni studi scientifici e diversi articoli presenti nell’ampia letteratura statunitense in materia.
 

Quali sono le caratteristiche del treadmill che l’hanno colpita di più?
Innanzi tutto la versatilità del prodotto.
La possibilità di utilizzo in patologie che interessano diverse articolazioni (anca, ginocchio e caviglia) fanno di questo strumento un presidio estremamente vantaggioso sia in ambito riabilitativo, che successivamente in fase di ri-atletizzazione e/o di allenamento. Elemento da non trascurare, inoltre, è la maggiore tollerabilità dell’AlterG da parte dei calciatori rispetto ad altre apparecchiature generalmente usate in palestra.

Come è arrivato alla decisione che AlterG potesse effettivamente
fare al caso dell’A.S. Roma?

La riabilitazione seguente a problematiche riguardanti patologie a carico del ginocchio e della caviglia è in alcuni casi estremamente complessa. L’AlterG ci consente di effettuare un lavoro mirato soprattutto nelle fasi che seguono la fine dei trattamenti fisioterapici ed il ritorno alla regolare attività. Il passaggio dal “lettino della fisioterapia al campo di gioco” è estremamente delicato e richiede una attenta e oculata distribuzione dei carichi di lavoro. L’AlterG ci consente di modulare il pese corporeo dell’atleta senza rischiare di sovraccaricare l’articolazione oggetto dell’infortunio. Abbiamo utilizzato l’AlterG anche per patologie di natura muscolo tendinea. I benefici sono stati anche in questi casi più che buoni.

Quali patologie, secondo la sua personale esperienza, ottengono i maggiori benefici dal trattamento con AlterG?
L’esperienza maturata nel corso di questi mesi ha evidenziato ottimi risultati sia per le più comuni patologie articolari del ginocchio (condrite, traumi distorsivi), sia per le problematiche seguenti ai traumi contusivo-distorsivi di caviglia.
AlterG ha avuto, inoltre, ottimi risultati anche nella riatletizzazione post infortunio muscolare.

Ha un caso particolare da poterci presentare?
Un caso interessante da segnalare è stato quello di una condrite di ginocchio. L’atleta in questione manifestava al termine di ogni allenamento (su un normale treadmill, sul campo o sulla sabbia) gonfiore articolare che rispondeva in maniera poco significativa ai normali protocolli terapeutici. Il lavoro con l’AlterG ci ha consentito, attraverso un’attenta modulazione del peso corporeo dell’atleta, di dosare in maniera precisa i carichi di lavoro. Siamo riusciti così a mantenere il calciatore allenato e, nel contempo, abbiamo potuto attuare un corretto protocollo di riatletizzazione. Il vantaggio maggiore è stato quello di evitare l’interruzione dell’attività fisica quotidiana.
Per un atleta professionista è fondamentale cercare di evitare di interrompere la propria attività di allenamento per periodo più o meno lunghi. Grazie all’AlterG il periodo di recupero può diventare un periodo di pre-allenamento.

Come ha integrato la terapia con AlterG nel protocollo riabilitativo?
Se si interpreta l’AlterG come uno strumento di riabilitazione integrarlo nei protocolli fisioterapici risulta destramente semplice. La versatilità del prodotto consente di effettuare sia un lavoro aerobico, sia sedute di allenamento vero e proprio. L’AlterG è quindi uno dei migliori strumenti a disposizione che consente di ridurre al minimo i tempi di recupero post infortuni.

Ha evidenziato differenze significative con i tradizionali standard riabilitativi?
Il miglioramento dei tempo di recupero è in assoluto la differenza più significativa. Prima di utilizzare l’AlterG, nei normali protocolli riabilitativi, la corsa sul campo veniva preceduta, nella quasi totalità dei casi, da uno specifico lavoro in acqua, che tuttavia non ci consentiva di avere una corretta quantificazione del lavoro svolto. Con l’AlterG è possibile far fare agli atleti movimento ed esercizio nello stesso tem­po, in assenza di potenziali rischi legati all’attività in acqua. Prima dell’introduzione dell’AlterG nei nostri protocolli di riabilitazione, il programma di recupero prevedeva differenti steps (piscina, sabbia, gradoni, etc.). Ora, invece, possiamo realizzare l’intero programma di recupero utilizzando un solo macchinario, evitando sovraccarichi di lavoro e riducendo al minimo inutili stress articolari.

Quanti giocatori hanno svolto la riabilitazione con AlterG?
Nell’ultimo mese, da quando abbiamo installato l’AlterG M320, i calciatori che lo hanno utilizzato sono stati tre; se consideriamo, invece, anche il periodo di prova in cui abbiamo avuto a disposizione l’AlterG P200, il numero totale degli atleti che lo hanno utilizzato sale ad almeno dieci. L’analisi dei singoli casi ha evidenziato che, soprattutto nelle patologie di tipo muscolare, una volta eseguiti una serie di test, è possibile utilizzare l’AlterG già nelle primissime fasi di riabilitazione. Si può iniziare a far correre l’atleta in tempi estremamente rapidi riducendo del 40-50% il peso corporeo ed aumentando gradualmente i carichi di lavoro. La raccolta di dati riguardanti più casi, ci consentirà di mettere a punto dei protocolli riabilitativi standardizzati.

Che riscontro ha ricevuto dallo staff tecnico/sanitario che ha avuto modo di utilizzare AlterG?
I soggetti che hanno lavorato con l’AlterG (fisioterapisti, preparatori atletici, allenatori) si sono mostrati tutti estremamente entusiasti.

Che sensazioni invece dai giocatori?
La prima cosa che abbiamo riscontrato nei calciatori è stata la curiosità. L’idea di correre in assenza di gravità ha, infatti, suscitato l’interesse da parte degli atleti infortunati.
I primi ad averlo utilizzato ne hanno parlato in maniera positiva ai compagni e questo ci ha consentito di introdurre sempre di più l’utilizzo di questo apparecchio nei nostri schemi di riabilitazione. L’assenza di dolore, così come la possibilità di riuscire a correre nonostante un infortunio relativamente recente, fanno sì che l’atleta si rapporti in maniera ottimale a questo tipo di strumento.

Possiamo considerare AlterG fondamentale in fase riabilitativa per il recupero graduale dell’elasticità muscolare e della resistenza muscolare, evitando così possibili ricadute? Mantenendo o addirittura migliorando la condizione aerobica?
Assolutamente si. L’AlterG, sebbene nasca come strumento riabilitativo di tipo strettamente articolare ma, può essere utilizzato con ottimi risultati anche per le patologie muscolo-tendinee.

Se dovesse riassumere in poche parole la sua esperienza all’A.S. Roma con AlterG ? Potrebbe secondo lei diventare un
macchinario importante per tutte le squadre di calcio di livello?

Ritengo di si, sia nelle squadre di alto livello, ancorché abbiano a disposizione numerosi strumenti per lo svolgimento delle attività di recupero, sia nelle realtà più piccole, in cui gli strumenti a disposizione sono più limitati. L’AlterG, infatti, permette di svolgere differenti tipi di lavoro utilizzando un solo macchinario.

All’interno dello Staff Tecnico Sanitario
dell’A.S. Roma due elementi che hanno accolto con entusiasmo l’acquisto di AlterG sono senz’altro Silio Musa e Vito Scala.

Signor Musa come è stato cominciare
a lavorare con AlterG?
Fantastico!
Finalmente un macchinario che riuscisse a colmare le lacune nel campo della riabilitazione sportiva.
 


Che patologie ha trattato con questa nuova tecnologia? Quali benefici ha riscontrato rispetto alla terapia in acqua?

Principalmente sono stati trattati disturbi del ginocchio anteriore (femore e tendine rotuleo), casi post operatori al legamento crociato anteriore. Prima di AlterG l’unica terapia possibile era la riabilitazione in acqua, che però presentava molti problemi, come ad esempio l’impossibilità di introdurre in vasca atleti con suture recenti e non ancor marginate. Con AlterG la riabilitazione può partire molto prima.

Riguardo ai tempi di recupero, ha notato dei miglioramenti rispetto agli standard?
Decisamente. I tempi di recupero sono stati ridotti in maniera significativa.
Diamo la possibilità ai giocatori di cominciare a correre, riducendo il loro peso corporeo, molto prima rispetto ai vecchi standard. Questo ci permette, una volta terminata la fase di riabilitazione, di farli partire da una baseline decisamente più alta rispetto al passato. Il tempo dedicato alla terapia non è più tempo perso ma diviene una fase di allenamento importante, fondamentale per il completo recupero.

Signor Scala, AlterG è arrivato alla Roma grazie alla grande curiosità che aveva suscitato in lei ed in Francesco Totti. Come avete personalmente conosciuto AlterG?
Sono venuto a conoscenza di AlterG attraverso una pubblicità su un giornale brasiliano che Doni aveva portato a Trigoria.

Cos’è che maggiormente vi ha colpito, al punto di finanziare il periodo di prova?
Mi ha colpito la curiosità che ho notato nei giocatori. Avevano la possibilità di correre senza provare una importante sensazione di fatica. Il problema che abbiamo con i calciatori è che quando li mettiamo a correre sul treadmill, reputano impossibile un allenamento di 30 minuti. Mettendoli su AlterG, con questa sensazione di leggerezza, riescono a realizzare ottime prestazioni in maniera molto tranquilla. Hanno la percezione di ottenere velocemente un risultato.

Francesco Totti ha avuto modo utilizzare AlterG all’interno di un periodo di riabilitazione?
Si, nel recupero lo scorso anno dall’artroscopia al menisco. L’ha utilizzato in quel periodo e lo utilizza soprattutto nei periodi in cui ha degli infortuni che non gli permettono di correre sul campo o sul treadmill convenzionale perché sono infortuni che riguardano l’articolazione della caviglia, traumi contusivi o problematiche al ginocchio. Su AlterG riesce a correre senza accusare dolore.

Crede che AlterG potrà ricoprire un ruolo importante nel ricondizionamento post-infortunio o post-operatorio dei giocatori della Roma, sia esso muscolare o aerobico?
Sicuramente si. Bisogna però saperlo utilizzare in maniera ottimale nella fase fondamentale, quella cioè del passaggio dalla corsa fatta togliendo il peso del corpo alla corsa sul campo. Il ritorno al 100% del peso corporeo deve esser graduale per evitare possibili traumi.
è proprio questa la possibilità che AlterG offre rispetto alle terapie standard. Il ritorno al 100% è possibile in maniera precisa e puntuale. Diventa importante quindi nella fase in cui l’infortunio sta finendo e si ritorna al campo. ■

Alter-G... il parere di chi lo usa

Intervista a
Dottor Massimo Ferrari e Dottor Sergio Freschi

A Piacenza il centro di Fisioterapia all’avanguardia gestito da Massimo Ferrari offre ai propri pazienti la possibilità di trattamenti con AlterG.
Una scelta importante. Una scelta capace di lasciare indietro i vecchi standard terapeutici, guardando al futuro. Grazie innanzitutto per il tempo dedicatoci.

Dottor Ferrari come ha
conosciuto AlterG?

In occasione del Convegno Isokinetic a Bologna nell’Aprile 2010.

Quali peculiarità del treadmill l’hanno incuriosità di più?
Sicuramente la versatilità. La possibilità di utilizzarla in molti casi differenti e su diversi classi di soggetti, sportivi e non.

Lei nel suo centro ha una piscina
disegnata e costruita specificatamente per protocolli riabilitativi in acqua.
Perché ha scelto di acquistare AlterG? Quali sono secondo lei sono le differenze più significative rispetto alle terapie riabilitative in acqua?

Si, il centro offre la possibilità di lavorare in acqua. Le differenze fondamentali sono la possibilità di lavorare da subito in assenza di gravità senza dover aspettare tempi di cicatrizzazione, di sottoporre a terapie soggetti con la fobia dell’acqua e di variare in maniera precisa e puntuale il vantaggio gravitazionale.
Sono queste le motivazioni che mi hanno portato all’acquisto di AlterG che, in confronto alle terapie in acqua, offre una miriade di possibilità in più.

Nel suo centro ha avuto modo di lavorare con AlterG su molti pazienti, tra cui tanti sportivi. Quale sensazioni ha ricevuto dagli sportivi? E dai pazienti che non svolgono costantemente attività fisica?
L'atleta è abituato a importanti sessioni di allenamento e vuole perciò durante il lavoro percepire la fatica. Con AlterG si trova inizialmente un po’ destabilizzato perché non è abituato ad avere vantaggi e quindi non risponde sempre positivamente.
Il paziente che non svolge attività fisica è invece più attratto dal vantaggio gravitazionale offerto da AlterG.

Quali sportivi ha avuto modo di trattare?
Alcuni giocatori professionisti e tanti dilettanti.

Quali differenze ha applicato nel
protocollo terapeutico tra sportivi e non? E tra sportivi di diverse discipline?

I professionisti hanno tempi accelerati di recupero e spesso non possono rispettare i tempi fisiologici. Hanno la necessità di recuperare prima rispetto a quanto sarebbe necessario normalmente. Nel caso dei dilettanti invece la riabilitazione deve far si che il recupero sia completo al fine di evitare recidive.

AlterG offre la possibilità di ridurre i tempi della fase riabilitativa.
Riguardo a questo aspetto ha evidenziato miglioramenti significativi rispetto alle terapie tradizionali?

Per il momento questo aspetto nel mio centro è argomento di studio. Secondo il mio parere direi di si.

Molti dei pazienti trattati nel suo centro arrivano dopo esser stati sottoposti ad operazioni chirurgiche. Come coordina il suo lavoro con quello del Chirurgo?
Quali indicazioni del Chirurgo stesso ritiene indispensabili per ideare una riabilitazione ad hoc?

Mi mantengo in contatto con il Chirurgo grazie a costanti confronti telefonici. Nei casi più importanti, più difficili, ci incontriamo per discutere personalmente del caso. Nella gestione del paziente e del suo completo recupero il ruolo del Chirurgo, con le sue indicazioni, diviene fondamentale.

In ambito non sportivo, quali patologie sono state trattate con AlterG? Potrebbe presentare qualche caso in particolare?
E quali sono invece le patologie, secondo la sua personale esperienza, che ottengono i maggiori benefici dal trattamento con AlterG?

Uno dei primi casi non sportivi che abbiamo avuto modo di trattare con AlterG è stato quello di una donna di circa 70 anni operata di artroprotesi all'anca con conseguente deficit neurologico di SPE. I risultati sono stati ottimi.

A livello operativo quali reali possibilità ha riscontrato in AlterG, al punto da ritenerla ideale per il suo centro?
Qual è il ruolo di AlterG all’interno di un centro fisioterapico importante come il suo?

Per il momento posso dire che AlterG è un modo completamente diverso di intendere la rieducazione funzionale o meccanicistica. Abbiamo ancora tanto da fare.
Tanti casi da trattare. Ma le possibilità che offre questo macchinario sono veramente tantissime.

Qual è il bilancio complessivo dei primi
6 mesi di lavoro con AlterG? Potrebbe secondo lei diventare un macchinario fondamentale per l’affermazione di un nuovo standard terapeutico?

I bilanci non sono il mio forte però posso dire che presto ne acquisterò un secondo da affiancare al primo.

Col il Dottor Ferrari collabora ormai da tempo il Chirurgo Ortopedico Dottor Freschi.

Dottor Freschi come è venuto a
conoscenza di AlterG?

Fui informato dal Dr. Ferrari della immissione sul mercato di questa nuova macchina. Onestamente all’inizio non riuscivo a concepire la necessità di introdurre all’interno di protocolli riabilitativi consolidati di pazienti affetti da patologie agli arti inferiori un nuovo step di cui non esisteva una grande bibliografia.

Secondo lei quali sono le peculiarità che la rendono indispensabile per un recupero post-operatorio? E per un condizionamento pre-operatorio?
L’immissione in protocolli riabilitativi post operatori di pazienti sottoposti a interventi artroscopici di meniscectomia e ricostruzione del LCA è stata la prima scommessa. In accordo con il Dr.Ferrari abbiamo utilizzato AlterG fin dalla terza, quarta giornata post operatoria con lo scopo di un recupero più veloce dello schema del passo. Grazie allo scarico dinamico del peso permesso dalla macchina , abbiamo ottenuto una riduzione effettiva del dolore derivante dalle strutture anatomiche sottoposte a intervento e quindi ad una più facile ripresa dello schema motorio normale del movimento. Anche l’utilizzo di AlterG in pazienti traumatizzati (distorsioni di ginocchio e caviglia) e\o in attesa di intervento sono stati trattati con la macchina nella convinzione che il corretto movimento articolare permesso della macchina agisse anche sul recupero del tono e dell’ipertrofia muscolare.

Quali sono le patologie che secondo lei possono ottenere i maggiori benefici dalla riabilitazione con AlterG? Potrebbe presentarci alcuni casi particolari che ha avuto occasione di seguire dal periodo pre-operatorio fino al completo recupero?
AlterG può essere considerato come un “brand new” per usare un termine inglese che indica qualcosa di nuovo, qualcosa che non c’era prima e può essere utilizzato per tutte le patologie dell’arto inferiore (anca, ginocchio, caviglia) ma anche per patologie e rieducazione di neuropatie o esiti di paresi o ictus . Penso che il temine più corretto per capire come agisce la macchina sul paziente sia FACILITAZIONE, qualsiasi movimento del passo e della corsa viene facilitato in modo fisiologico rispetto a un normale scarico con appoggi.
Un particolare caso riguarda una paziente sovrappeso con grave instabilità antero-mediale del ginocchio post-traumatica recente trattata preoperatoriamente con AlterG per permettere la ripresa del grave ipotonotrofismo muscolare dovuto ad incongrua e prolungata immobilizzazione.
Dopo 10 sedute il soggetto era in grado di deambulare senza appoggi su terreno piano, l’intervento di stabilizzazione successivo venne associato in 6° giornata ad AlterG, naturalmente vennero associati tutti i normali protocolli rieducativi per tale patologia non dimenticando la biologia, cioè i tempi di guarigione del trapianto pro LCA.
Il dato oggettivo reale riscontrato fu fornito dal test isocinetico eseguito a 3 mesi che dimostrava un incremento della forza dei flessori ed estensori molto superiore alla norma (statisticamente significativo) IN CONFRONTO A PAZIENTI NON TRATTATI.

La possibilità di cominciare prima la fase riabilitativa ha in qualche modo modificato il suo lavoro?
In base ai primi dati, certamente non ancora “scientifici” ma intuitivi, ho cominciato a pensare e a concepire un sistema di riabilitazione diverso. AlterG permette una rapida ripresa del carico riducendo o annullando il dolore tipico dei soggetti che APPOGGIANO l’arto operato o comunque affetto da patologia. Sto imparando a considerare la macchina anche come una sorta di terapia antalgica che mi permetta di accelerare la tempistica e i risultati dopo un mio intervento.

Quale sensazioni ha potuto riscontrare nei pazienti che dopo esser stati operati da lei hanno affrontato la riabilitazione con AlterG?
I primi 30\35 soggetti da me inviati al trattamento non hanno avuto complicazioni tutti mi hanno manifestato il loro entusiasmo per l’assenza di dolore e soprattutto per il rapido ripristino di quello che viene da loro definito come la capacità di svolgere le normali occupazioni in tempi più brevi del previsto senza quasi accorgersi della patologia in trattamento.

A mio modesto parere per rendere accettata in tempi brevi dalla comunità scientifica questa nuova metodica sarebbe necessario testare i pazienti con sistema statistico in doppio cieco ricorrendo a comparazione fra trattamento con AlterG versus non trattati (protocolli per stesse patologie) tramite l’analisi computerizzata del passo. Si osserverebbe, secondo me, il rapidissimo recupero dell’appoggio fisiologico e del normale schema del passo. ■