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Argomenti in
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Dopo il caso Puerta:
alcune riflessioni

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Anno 7 - Numero 3 - 2007
IL MEDICO SPORTIVO
Periodico di aggiornamento scientifico e
professionale

Dopo il caso Puerta: alcune riflessioni

Giorgio Galanti*, Laura Stefani
*Direttore Scuola di Specializzazione Medicina dello Sport
Dipartimento di Area Critica Medico Chirurgica, Università di Firenze.

La morte in campo è sempre un evento drammatico perché inaspettato e imprevedibile, che ci lascia attoniti e spesso ci trova impreparati anche se siamo da tempo esperti operatori.
Dopo il dolore ed il dispiacere di assistere ad una perdita improvvisa di un giovane atleta al massimo delle sue potenzialità e performance sportiva, è doveroso però riflettere sugli eventi accaduti, con freddezza e rigore scientifico, così come si conviene a medici quali cardiologi e medici di medicina dello sport che spesso si trovano a fronteggiare situazioni di diagnostica di difficile interpretazione e di emergenza e dalle quali quindi molto possiamo imparare.

Negli atleti la morte improvvisa quasi mai è dovuta ad infarto
Innanzi tutto quando le morti improvvise colpiscono soggetti di età inferiore ai 35 anni non si è tratta mai di infarto come poteva sembrare in prima analisi e come forse è quasi sempre in questi casi è erroneamente divulgato. Dobbiamo considerare infatti che, benché la cardiopatia ischemica serpeggi tra la popolazione in generale, tuttavia essa diventa manifesta e dà chiaro segno di sé con eventi acuti e potenzialmente letali come l’infarto del miocardio, solo in età ben più avanzata di quella del nostro atleta. Colpisce infatti soggetti oltre i 35-40 anni.
La morte improvvisa in età giovanile, soprattutto se si tratta di morte improvvisa in ambito sportivo, è in genere una morte dovuta ad aritmie gravi, nella maggior parte dei casi sostenute da cardiopatie strutturali anche se di minima entità

La visita di idoneità annuale può non essere sufficiente
È importate effettuare una valutazione medico sportiva attenta e scrupolosa sotto il profilo medico-sportivo-internistico e cardiologico, che si esegue periodicamente come accade in Italia, ma questa deve essere ripetute alla prima avvisaglia di lieve malessere, magari accompagnatra da altre tecniche che sicuramente sono di grande aiuto e quantomeno permettono al medico sportivo durante la rivalutazione di riflettere e prendere il considerazione in tempi diversi, situazioni o reperti obiettivi non ben evidenti in prima battuta.
La possibilità di rivalutare un atleta anche attraverso metodiche per immagini quali l’ ecocardiogramma o RMN, non invasive, oltre che con il semplice esame clinico, sicuramente consente di meglio stratificare un rischio cardiaco, che altrimenti potrebbe rimanere misconosciuto. Ad esami successivi il compito poi di garantire una diagnosi più precisa se la prima è insufficiente.
Di fronte quindi ad un evento così drammatico ma raro che si ripete però purtroppo, nell’ambiente sportivo con una certa regolarità e anche con minore frequenza che nella popolazione generale, questo pensiamo essere il messaggio più penetrante e del quale tenere in conto

L’importanza della rianimazione effettuata sul luogo dell’evento
Accanto a questo dobbiamo però riflettere anche sulle modalità di “Gestione dell’emergenza” che si manifestò in tutta la sua “vitale” importanza in occasione dell’incidente occorso sul campo di calcio a Bologna al calciatore Manfredonia, le manovre rianimatorie infatti furono protagoniste positive, non altrettanto purtroppo per gli ultimi accidenti accaduti fuori Italia.
In realtà si tratta di una problematica complessa, anche se linee guida internazionali hanno cercato di standardizzare alcuni comportamenti che comunque sono talvolta di non facile applicazione soprattutto quando il contesto in cui dovrebbero essere utilizzati risulta per così dire un pò confuso o meglio distraente. Inanzitutto poiché il meccanismo della morte improvvisa nei giovani è di natura artmica bisogna che i soccorsi prevedano la presenza di un defrillatore portatile ma non solo.
È importante concentrasi sulla sequenza di manovre e procedure da praticare che devono tenere presente innanzi tutto la tutela della vittima da soccorrere, nell’ ottica soprattutto della precarietà della sua situazione emodinamica, considerando che dopo un evento di perdita di coscienza, che apre il quadro dell’emergenza, anche una transitoria ripresa può essere seguita da una tempestiva ricaduta.
È importante proteggere anche durante la transitoria ripresa delle funzioni vitali la perfusione cerebrale evitando manovre posturali svantaggiose per il cervello, otre che per il cuore, come ad esempio la stazione eretta.
Ma non basta! Soffermarsi sulla sequenza della catena della salvezza, non è sufficiente a tutelare la salute degli atleti che tanto danno al momento della gara senza risparmiarsi minimamente.
La presenza di defibrillatori automatici sul campo e l’insegnamento delle manovre di rianimazione cardiopolmonare a tutti gli addetti del settore e agli atleti stessi sono considerarsi una necessità irrinunciabile. Nell’impossibilità di assicurare la presenza di un team di soccorso in ogni manifestazione sportiva, specie in quelle di più basso livello, dove invece le morti improvvise da sport sono più numerose, questi sarebbero senz’altro dei provvedimenti in grado di abbattere il numero dei decessi durante attività sportiva. Infatti la probabilità di successo della rianimazione cardiopolmonare è funzione diretta della precocità dell’intervento.
Pertanto, accanto al costante adeguamento delle procedure diagnostiche e alla loro corretta applicazione, una continua opera di educazione sanitaria che investa dirigenti sportivi, allenatori ed atleti è da considerarsi elemento irrinunciabile per qualsiasi strategia di prevenzione.

Bibliografia
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Burke AP, Farb A, Virmani R. Causes of sudden death in athetes. Cardiol Clin 1992; 10:303-317.
Burke AP, .. Sports-related and non-sports related sudden cardiac death in young adults. Am heart J 1991; 121:568.
Ekcart RE, ... Sudden death in young adults: a 25-years review of autopsie military recruits. Ann Intern Med. 2004 Dec 7; 141(11): 829-34.
Maron BJ, ..: 26th Bethesda conference: Recommendation eligibility for competition in athletes with cardiovascular abnormalities. Task Force cardiomyopathy, myocarditis and other myopericardial diseases and mitral valve. Coll Cardiol 2004; 24: 880-885.
Roberta G. Williams MD, .. Identifying athletes at risk for sudden death. Journal of the American College of Cardiology. Volume 42, Issue 11, 3 December 2003, Pages 1964-1966.

 

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