Vitamina D:
review della letteratura
M. Muratore, L. Quarta



Recensione
Conferme nel trattamento delle malattie reumatiche con Etoricoxib
A cura della Redazione




Selezione di Poster
e Abstract presentati al

3rd Joint Meeting
of International Federation of Foot & Ankle Societies Bahia, Brasile
18-20 settembre 2008


Recensione a cura della redazioe
Somministrazioni intra-articolari ripetute di Hylan g-f 20
in 169 pazienti con osteoartrite sintomatica dell’anca.
Studio di coorte di 24 mesi

Speciale Muscolo&Sport
C. Giammattei

Intervista con
Massimo Manara
Medico Sociale AC Milan

Argomenti
in Medicina dello Sport

Diagnostica
cardiovascolare
in Medicina dello Sport

G. Galanti, L. Serafini

Diagnostica per immagini dei traumi muscolari della coscia nellosport
Prof. Francesco S. Ferrari
Diagnostica per Immagini, Performance srl, Siena


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Anno 8 - Numero 3 - 2008
IL MEDICO SPORTIVO
Periodico di aggiornamento scientifico e
professionale

Ruolo della terapia associata in soggetti con sezione articolare compromessa di caviglia e tendine di Achille.

U. Zoppi, Dipartimento di Ortopedia e Traumatologia
Ospedale Civile di Teramo

Poster presentato al 3rd Joint Meeting of International Federation of Foot & Ankle
Societies - Bahia, Brasile 18-20 settembre 2008

I soggetti che praticano sport possono avere sintomi dolorosi riguardanti le sezioni articolari della caviglia e del tendine di Achille e queste affezioni rappresentano una causa comune di interruzione dell’attività sportiva.

Gruppo A
(n. 12 pazienti
Terapia conservativa + HA 1,6%
(1 infiltrazione i.a. alla settimana per 3 settimane)
+ una bustina Ligatender 3,5g
Gruppo B
(n. 12 pazienti)
Terapia conservativa + HA 1,6%
(1 infiltrazione i.a. alla settimana per 3 settimane)
Gruppo C
(n. 12 pazienti)
Terapia conservativa
Tabella 1. Gruppi di pazienti e trattamenti

Scopo dello studio
Sulla base della nostra esperienza, i migliori risultati nel trattamento incruento di queste affezioni può essere ottenuto tramite una combinazione di trattamento conservativo (ciclo di 10 sessioni di elettroterapia analgesica più tre sessioni di onde d’urto) e terapia infiltrativa intra-articolare e terapia nutrizionale. E’ stato eseguito uno studio in aperto con lo scopo di valutare l’effetto del trattamento associato (trattamento conservativo più infiltrazione intra-articolare di acido ialuronico e supplementazione di micronutrienti essenziali) nei confronti della sola terapia conservativa o della terapia associativa senza supplementazione di micronutrienti. Il supplemento utilizzato era Ligatender, un supplemento nutritivo specifico per le patologie tendinee, contenente micronutrienti essenziali indicati per il recuper della funzione dei tendini e dei legamenti nella letteratura internazionale (Metilsulfonilmetano (MSM), Ornithin-Alpha Ketoglutarato (OKG), Lisina, Condroitin solfato, Glucosamina, Vitamina C, Vitamina E, Biotina) mentre per la terapia infiltrativi intra-articolare da 800 a 1200 Kdalton (media: 1000 Kdalton) MW e acido ialuronico a concentrazione 1.6% (32.0 mg acido ialuronico in 2ml di cloruro di sodio).

Materiali e Metodi
42 sportivi amatoriali di sesso maschile – età media 35 – (minima 25 - massima 45 anni) sono stati sottoposti a test ultrasonografico e risonananza paramegnetica elettronica, per evidenziare i sintomi dolorosi da infiammazione articolare alla caviglia ed al tendine di Achille in 36 pazienti; 6 pazienti con lacerazione del tendine e/o artrosi di grado 3-4 secondo Kellgren-Lawrence.
Perciò sono stati arruolati nello studio 36 patients con dolore e diagnosi di infiammazione articolare e tendinite al tendine di Achille. I pazienti sono stati divisi in 3 gruppi e trattati per 30 giorni secondo lo schema illustrato (tabella1).
E’ stata utilizzata la scala VAS (0-10 cm) per I sintomi dolorosi; alla visita finale è stato chiesto ai pazienti di rispondere ad un questionario dichiarando il tempo di recupero delle attività sportive basato sulla seguente scala: 1=ottimo; 2=buono; 3=scarso; 4=cattivo, dove “ottimo” era il recuper completo e “cattivo” la mancanza di benefici del trattamento.

Risultati
L’analisi dei dati ha evidenziato miglioramenti nei sintomi in tutti I gruppi ma con differenze. I pazienti del gruppo A (Terapia conservativa + infiltrazione i.a. di HA 1,6% + Ligatender) hanno mostrato un sollievo dal dolore significativamente più rapido rispetto ai gruppi B e C (Figura 1).
Inoltre, la percentuale di pazienti che hanno ottenuto punteggi ottimo-buono nel recupero dell’attività sportiva era significativamente più elevato nel gruppo A rispetto ai gruppi B and C e nel gruppo B rispetto al gruppo C. (Figura 2)
Per quanto concerne la tollerabilità, nessuno dei 36 pazienti ha mostrato effetti collaterali di nota.

Figura 1 - Andamento della sintomatologia doloroso nel corso dello studio
*P=0,001; **p=0,005 vs Gruppo C


Figura 2 - Giudizio espresso dai pazienti sul tempo necessario alla ripresa
dell’attività sportiva al termine dello studio.*P<0,05; **p<0,01 vs Gruppo C


Conclusioni
L’evidente sollievo dal dolore e la più elevata percentuale di pazienti che mostravano un recupero più rapido dell’attività sportiva nel gruppo A conferma il ruolo di Ligatender nell’indurre una più precoce guarigione e recupero delle lesioni tendinee.
Secondo gli Autori, Queste evidenze portano alla conclusione che il trattamento con terapia conservativa in associazione con una infiltrazione di HA 1,6%, alla settimana per tre settimane e Ligatender, una bustina da 3.5g al giorno rappresenti il trattamento ottimale per ottenere un più rapido sollievo dal dolore e recupero dell’attività sportiva in pazienti con articolazione della caviglia compromessa e tendinite di Achille da lieve a moderata.

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Tendinite cronica del tibiale posteriore negli sportivi: terapia fisica in confronto al trattamento con un nuovo integratore
di micronutrienti essenziali


U. Zoppi, Dipartimento di Ortopedia e Traumatologia

Ospedale Civile di Teramo

Poster presentato al 3rd Joint Meeting of International Federation of Foot & Ankle
Societies - Bahia, Brasile 18-20 settembre 2008

Viene qui presentata una esperienza nel trattamento della tendinite cronica del tibiale posteriore, sindrome da overuse frequentemente dovuta a microtraumi o traumi acuti provocati da eccessivo o intensivo allenamento.

Obiettivo dello studio
L’obiettivo dello studio era di valutare l’effetto di due trattamenti: il primo effettuato con approccio conservativo rappresentato da terapia fisica, riabilitativa e ortesica, e il secondo con il medesimo approccio conservativo ma con l’aggiunta di un trattamento suppletivo costituito da un nuovo integratore specificamente studiato per la riparazione tendinea in quanto contenente i micronutrienti (Bromelina, Alfa-Ketoglutarato di Ornitina (OKG), Metil-Solfonil-Metano (MSM), Vitamina C, Vitamina E), riconosciuti dalla letteratura come essenziali per prevenire, mitigare e trattare i danni tendinei provocati dall’attività muscolare.
Materiali e metodi
Sono stati arruolati 40 soggetti sportivi amatoriali affetti da tendinite cronica del tibiale posteriore, randomizzati in due gruppi omogenei di 20 pazienti ciascuno:
Gruppo T, pazienti in trattamento con la sola terapia conservativa e Gruppo N, pazienti trattati con terapia conservativa e con il nuovo integratore di micronutrienti alla posologia giornaliera di 2 bustine. La durata dello studio è stata di 50 giorni e per la valutazione dei risultati è stata utilizzata la scala VAS (0-10 cm) per la sintomatologia dolorosa e una scala per la valutazione del tempo di ripresa dell’attività sportiva che prevedeva il seguente punteggio: 1=ottimo; 2=buono; 3=mediocre; 4=pessimo, dove “ottimo” era la completa ripresa sportiva e “pessimo” il mancato beneficio del trattamento.

Figura A - Andamento della sintomalogia algica nel corso dello studio
*P=0,05 vs Guppo T

Risultati
Nelle figure A e B sono riportati i risultati dei due trattamenti rispettivamente per la sintomatologia dolorosa e per la ripresa dell’attività sportiva, da cui si può evincere come si sia ottenuta una maggiore riduzione della sintomatologia dolorosa nei pazienti del Gruppo N rispetto a quelli del Gruppo T (Fig. A); inoltre, la percentuale dei pazienti con ripresa buona e ottima è risultata significativamente più elevata nel Gruppo N rispetto al gruppo di confronto (Fig B).

Figura B - Ripresa dell’attività sportiva al termine dello studio.
*P=0,01 vs Gruppo T

Conclusioni
I risultati dello studio hanno permesso agli Autori di concludere che il nuovo integratore a base di Bromelina, Alfa-Ketoglutarato di Ornitina (OKG), Metil-Solfonil-Metano (MSM), Vitamina C, Vitamina E, migliora la risposta dei pazienti consentendo di raggiungere l’importante obiettivo terapeutico rappresentato dalla più rapida ripresa dell’attività sportiva rispetto ai pazienti trattati con la sola terapia conservativa.

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Osteosintesi con vite riassorbibile in osteotomia correttiva distale m1 per chirurgia dell’alluce valgo

M. Guelfi, M. Grasso, F. Grilli, A. Civani
Dipartimento Caviglia e Piede Policlinico di Monza e Day Surgery ASL 3 Genovese, Genova

Abstract presentato al 3rd Joint Meeting of International Federation of Foot & Ankle
Societies - Bahia, Brasile 18-20 settembre 2008

Obiettivi
Questo documento intende valutare l’efficacia e la tollerabilità biologica della vite riassorbibile Nexfeet Inverlock nell’ancoraggio dei frammenti ossei, entro il periodo critico, vale a dire entro i primi 6 mesi dell’apposizione della vite di sintesi sul sito osteotomico su di un grande numero di pazienti: 331 persone; ricercare qualsiasi evidenza clinica o di imaging correlabile a possibili perdite di correzione od intolleranza da corpo esterno, attraverso un follow-up a breve termine. Abbiamo eseguito osteotomia distale M1 quale trattamento dell’alluce valgo su 331 pazienti selezionati, rispettando la tecnica di correzione triplanare come per le tipiche deformità da alluce valgo. L’osteotomia è stata associata a rilascio di tessuto molle laterale. E’ stata utilizzata una vite riassorbibile cannulata Inverlock in polilattato ed in misura unica.

Metodi
Sono stati eseguiti 331 interventi chirurgici da Gennaio 2004 a Maggio 2007: osteotomie distali triplanari M1 per correggere l’alluce valgo. L’osteotomia triplanare viene utilizzata nei casi di alluce valgo con articolazione congruente od incongruente, angolo I-M inferiore a 20°, angolo M-F inferiore a 45° ed alterazioni DMAA. Tutti i 331 pazienti sono stati sottoposti a chirurgia da parte dello stesso chirurgo nell’ambito dello stesso ospedale. 298 pazienti erano donne e 33 uomini. 171 pazienti erano affetti a destra e 160 a sinistra. L’età media dei pazienti sottoposti a chirurgia era di 56 anni ( 20-79 ). Non è stata prestata attenzione all’associazione di alluce valgo e deformità del radio centrale. E’ stata eseguita una valutazione clinica tramite imaging a 1-3-6 mesi dopo l’intervento chirurgico, utilizzando le tecniche standard di imaging, dorso-plantare e mediano-laterale sotto carica. E’ stata applicata a tutti i pazienti una vite riassorbibile Nex-Feet Inverlock come vite di sintesi. Tutti i pazienti sono stati sottoposti ad anestesia periferica mediante blocco sciatico popliteo, con paziente supino, con fascia pneumatica alla caviglia, dopo applicazione della fascia di Esmark. L’accesso mediale M-F è effettuato da metà FP, fino a 2 cm dalla porzione prossimale dell’articolazione M-F 1. E’ stata rimossa la cute e la sottocute dall’alveo capsulare con lama n. 15 ed eseguita bursectomia. E’ stata assicurata capsulotomia attraverso la stessa incisione cutanea e successivamente rilascio laterale mediante rilascio della capsula laterale, seguito da rilascio dell’adduttore e del sesamoide peroneale. E’ stata praticata cheilotomia-cheiloplastica preservando la porzione plantare del condilo mediale, per rilasciare la superficie di carico dalla testa M1. A questo punto l’osteotomia distale M1 presenta una forma triplanare, ciò consente di correggere la deformità su tutti I piani secondo le necessità, una volta effettuate le due incisioni osteotomiche, viene effettuata verso l’alto la terza osteotomia verticale al fine di ottenere un cuneo mediale la dimensione del cui angolo possa corrispondere al DMAA. Il cuneo verrà rimosso a detrimento di un frammento distale, vale a dire della testa del metatarso, la quale, in rotazione correggerà il DMAA. Con questa tecnica, sul lato frontale, l’osteotomia può essere leggermente piegata per ottenere lussazione plantare o dorsale, sul piano trasversale, consentendo così la correzione della lunghezza del metatarso. L’osteosintesi avviene mediante vite assorbibile e divisibile (Nextfeet). Il paziente è in grado di camminare immediatamente (tenendo presente anche il tipo di anestesia), con due stampelle e copertura del piede operato con scarpa Talus da mantenere per 30 giorni.

Risultati
E’ disponibile un follow-up a breve termine (6 mesi) su 331 pazienti per valutare la capacità di stabilizzazione della caduta con osteotomia e la tollerabilità della vite assorbibile Nexfeet Inverlock. I risultati stimati sono stati buoni in 297 pazienti e discreti in 34 pazienti. La lunghezza media della vite ammontava a 30 mm. Non sono state osservate complicanze maggiori quali osteomielite, necrosi avascolare, pseudoartrosi, alluce varo. Questo documento si propone di valutare la tenuta e l’efficacia così come la tollerabilità di una vite di sintesi riassorbibile entro il periodo di tempo più critico, vale a dire entro i primi 6 mesi dal posizionamento della vite di sintesi sul sito osteotomico in un numero considerevole di pazienti: 331 soggetti, riportando qualsiasi segno clinico o di imaging di possibile perdita di correzione od intolleranza a corpo esterno. I risultati si sono dimostrati in linea con i più recenti studi di altri autori: buona efficacia in termini di stabilità alla caduta osteotomica (percentuale inferiore di ricaduta), supportati da una tollerabilità biologica molto buona (9 aree osteolitiche limitate, nessun granuloma sterile od intolleranza alla vite di sintesi). Altri autori che hanno utilizzato viti di polilattato (PTTA), concordano su di una minore incidenza di complicanze come intolleranza verso viti di sintesi o sviluppo di granuloma da corpo esterno.

Discussione/Conclusioni
Barca and Busa non hanno segnalato alcuna complicazione in 35 casi di osteotomia, secondo la tecnica Austin, con viti riassorbibili. Lo stesso risultato è stato pubblicato da Likewise, Burns e Varin in 44 casi. Caminear et al. ha descritto un’unica principale complicanza in 15 casi (osteosintesi M1 con perno riassorbibile: lo sviluppo di granuloma che ha richiesto un secondo intervento chirurgico di debridement. Se analizziamo la rimozione di sintesi di metallo dopo osteotomia M1, Kissel e al. Utilizzando viti di metallo, 2.7 mm, hanno riportato un 15% di rimozione chirurgica delle viti. Per quanto concerne le complicanze, non è stata riportata alcuna complicanza principale (osteomielite, necrosi avascolare, alluce varo, pseudoartrosi). Sono state segnalate solo complicanze minori, in 6 casi il paziente ha riportato perdita di range di movimento (R.O.M.), in 12 casi, edema doloroso dopo un mese dall’intervento, in un solo caso il paziente soffriva di algodistrofia. In due casi c’è stata reazione alle suture capsulari che hanno così determinato lo sviluppo di granuloma da corpo estraneo, che ha richiesto chirurgia di debridement e rimozione della sutura. In 3 casi (3%), è stata osservata una tipica complicazione della vite riassorbibile: una limitata area di osteolisi, ma nessuna tipica complicanza maggiore (intolleranza biologica e sviluppo di granuloma sterile).

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 Fusione artroscopica della caviglia: indicazioni e tecnica chirurgica.

M. Guelfi, E. Abello, M. Grasso, F. Priano Dipartimento Caviglia e Piede
Policlinico di Monza e Day Surgery ASL 3 Genovese, Genova

Abstract presentato al 3rd Joint Meeting of International Federation of Foot & Ankle
Societies - Bahia, Brasile 18-20 settembre 2008

Obiettivo
Le indicazioni per l’artrodesi della caviglia sono: artrodesi primitiva, artrodesi post traumatica e post infiammatoria. Attualmente si contano quasi 30 differenti tecniche chirurgiche attuabili “sul campo” ma, sfortunatamente, la maggior parte di queste determina elevate percentuali di complicanze. Questi problemi sono rappresentati da infezioni (5-25% del totale) e pseudoartrosi (20%). La tecnica artroscopica è indicata nei casi sopracitati ed, in particolare, in pazienti emofilici, diabetici, con artrite reumatoide etc.

Metodi
Portale artroscopico Anteromediale ed Anterolaterale all’articolazione della caviglia, sinoviectomia anteriore e rimozione di tessuto fibroso devitalizzato (debridement), accurato debridement dell’intera cartilagine di tibia, astragalo e malleolo fino all’osso subcondrale, rispettando i profili delle superfici articolari al fine di evitare la deviazione assiale. La fissazione dell’artrodesi avviene mediante due viti percutanee cannulate incrociate con piede in posizione neutrale, si utilizza uno stivale ortopedico per un mese senza carico. Successivamente, 2 mesi di calzatura da cammino con carico graduale.

Risultati
Dal 1995 al 2006 sono state effettuate 41 artrodesi su 41 pazienti – 27 maschi e 14 femmine, età compresa fra 29 e 73. Al fine di valutare i risultati, è stata impiegata la scala AOFAS: con un punteggio medio preoperatorio di 47 punti ed un punteggio medio post-operatorio di 80 punti a 6 mesi. Si sono riportati due casi di pseudoartrosi ma nessuna infezione. I casi che si possono considerare buoni od ottimi sono l’85% del totale. Il recupero funzionale è stato più rapido rispetto alla chirurgia in aperto.

Discussione/Conclusioni
L’artrodesi artroscopica è molto raccomandata; i vantaggi di questa tecnica risiedono nella rapida guarigione, nell’accesso ridotto e nelle elevate percentuali di buoni risultati. Glick (1990) ha segnalato un fallimento (pseudoartrosi) dovuto ad un errore nella tecnica chirurgica in 34 artrodesi artroscopiche della caviglia ed il 97% di casi positivi; nella nostra serie (41 Pz.) abbiamo riscontrato un caso di mancata unione ed uno di cattiva unione e l’85% di casi positivi.

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