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Anno 9 - Numero 3 - 2009
IL MEDICO SPORTIVO
Periodico di aggiornamento scientifico e
professionale

Tendinopatie infiammatorie:
nuove soluzioni terapeutiche a confronto
Valutazione clinico-ecografica in pazienti con periartriti scapolo-omerale:
un nuovo intelligente approccio terapeutico per le tendiniti.

M. Muratore
U.O. Reumatologia Ospedale Galateo San Cesario di Lecce

Introduzione
I tendini e le aponeurosi sono costituiti da connettivo denso. Le fibre collagene che compongono il tendine sono riunite in piccoli fasci che, successivamente si dividono in fibrille di minore entità.
Il tendine, pertanto è costituito per circa il 90% da collagene di I tipo, per il 4% da elastina ed il resto da altre importanti macromolecole (fibrillina, laminina, proteoglicani, aminoacidi...).
In relazione alla loro fisiologia ed alla loro funzione di trasmissione delle sollecitazioni muscolari sulle strutture scheletriche si rende evidente come i tendini siano particolarmente resistenti ma, anche, facilmente preda di insulti traumatici e/o microtraumatici o deficit nutrizionali essenziali e stati flogistici che comportano una sintomatologia dolorosa e deficit funzionale dell’articolazione il cui tendine partecipa al funzionamento (dell’articolazione interessata coinvolta).
La “periartrite scapolo-omerale” è tra le patologie (muscolo-tendinee) dove più frequentemente è presente la componente infiammatoria prevalentemente nei tendini sovra spinoso, sottospinoso e del CL del bicipite. L’approccio terapeutico più frequente e, spesso unico trattamento, è certamente quello fisioterapico.
In questo studio si è voluto valutare se l’aggiunta di un FANS uso topico di recente produzione potesse potenziare la capacità antalgica ed anti­infiammatoria della fisioterapia e, inoltre, in considerazione della “tendinopatia” che frequentemente si riscontra come conseguenza del processo infiammatorio, se l’aggiunta di microelementi costitutivi essenziali siano in grado di ripristinare la fisiologia del tendine determinando un miglioramento del quadro fisiologico-anatomico funzionale del tendine stesso. Nel nostro studio è stata valutata in tutti i pazienti venuti alla nostra osservazione per dolore e ridotta capacità funzionale dell’articolazione scapolo-omerale e che presentavano il tendine del sovraspinoso flogosato come documentato dall’ecografia (aumento di volume ± disomogeneità ecostrutturale corrispondenti alle aree di degradazione del collagene ad opera di proteasi come la collagenasi e, successivamente, gelatinasi e stromelisina).

Materiali e metodi
In questo studio sono stati arruolati 39 pazienti, di cui 25 maschi e 14 donne, di età media di 44aa ± 8, affetti da “periartrite scapolo-omerale”, in cui era presente un coinvolgimento flogistico del sovraspinoso. Sono stati suddivisi in 3 gruppi: tutti venivano sottoposti a terapia fisica con laser, ultrasuoni, TENS per un ciclo di 2 settimane, inoltre si autorizzava l’assunzione di paracetamolo massimo 3 gr al dì al bisogno con il conteggio alla fine del trattamento della quantità assunta per ogni paziente.

Gruppo A:
costituito da 8 maschi e 5 femmine, veniva applicato cerotto terapeutico al Piroxicam nella sede dolente ogni 24 ore ed associata terapia fisica.

Gruppo B:
costituito da 11 maschi e 6 femmine, veniva applicato cerotto terapeutico al Piroxicam nella sede dolente ogni 24 ore e l’aggiunta di integratore alimentare a base di Metilsulfonilmetano, Ornitina alfachetoglutarato, Lisina, Condroitinsolfato, Glucosamina, Vitamina C, Vitamina E, e Biotina, una volta al giorno per 20 giorni ed associata terapia fisica.

Gruppo C:
costituito da 6 maschi e 3 femmine con la sola terapia fisica. A tutti è stata eseguita una ecografia a T0, a T2 (21±3 giorni) utilizzando Ecografo DIASUS.

Veniva eseguita una valutazione clinica a T0, a T1 (dopo 8±2 giorni), ed a T2 con esame della Scala Visu-Analogica (VAS) e valutazione funzionale spalla con test USRS (UCLA Shoulder Rating Scale: 2-35).

Risultati
Al controllo, si rilevava un miglioramento clinico significativo, evidenziato sia da una riduzione della VAS che da un incremento del punteggio medio della USRS nei tre gruppi con una percentuale, nel gruppo A* del 46% a T1e 67% a T2, nel gruppo B* del 53% a T1 e 78% a T2 (*statisticamente significativo rispetto al gruppo C), nel gruppo C del 31% a T1 e 48% a T3.
L’esame ecografico a T2 evidenziava, inoltre, una riduzione della ipoecogenicità in sede inserzionale del tendine, quale segno di una migliore risposta antinfiammatoria in 8 del gruppo A (6 maschi e 5 femmine), in 13 nel gruppo B (9 maschi e 4 femmine), e in 4 del gruppo C (2 femmine e 2 maschi), Questa indagine evidenziava nel Gruppo B un miglioramento del quadro tendinosico, con un aspetto meno disomogeneo del tendine, minor numero di aree ipoecogene nel corpo tendineo ed un ristabilimento della regolare struttura fibrillare non così evidente nel Gruppo A e C, a conferma che l’aggiunta di microelementi costitutivi essenziali in terapia può avere un ruolo nel ripristino della “qualità” del tendine.



Conclusioni
Si può affermare che l’aggiunta alla terapia fisica del cerotto medicato con un emivita di 24 ore determini un miglioramento della sintomatologia dolorosa ed un più precoce recupero funzionale della articolazione scapolo omerale con entesopatia infiammatoria.
Inoltre, sembrerebbe, che l’aggiunta di microelementi costitutivi essenziali a base di Metilsulfonilmetano, Ornita alfachetoglutarato, Lisina, Condroitinsolfato, Glucosamina, Vitamina C, Vitamina E, e Biotina, migliorando la qualità dei tendini, riduca, in maniera statisticamente significativa, rispetto a chi non li utilizza, il dolore e migliori la loro capacità funzionale così come evidenziato dai vari test di funzionalità e/o valutazione del dolore (USRS, VAS).
Questo approccio terapeutico ha consentito dei validi risultati senza la necessità di farmaci antinfiammatori per via generale con una tollerabilità e una compliance del 100% da parte dei pazienti. Sembrerebbe che i microelementi costitutivi essenziali si comportino come una terapia di fondo per i tendini, dato da non sottovalutare visto che queste patologie tendinee recidivano frequentemente.
Non vi è dubbio che necessitano ulteriori e più ampi studi longitudinali anche in altre patologie in cui è presente la patologia tendinea degenerativa/ infiammatoria per confermare tale evidenza clinico-strumentale. ■

 

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