La lombalgia da overuse
nel calciatore

G. Palaia, C. Pranzo



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Anno 7- Numero 1 - 2007
IL MEDICO SPORTIVO
Periodico di aggiornamento scientifico e
professionale

La lombalgia da overuse nel calciatore

Giuseppe Palaia
Spec. Medicina dello Sport,
Spec.Fisiatria
Resp. Sanitario US.LECCE
Carlo Pranzo
Spec.Ortopedia Traumatologia,
Spec. Fisiatria
Medico Sociale US.LECCE

Con l’avvento nel calcio delle nuove metodologie d’allenamento, che privilegiano lo sviluppo della forza nelle sue varie componenti, con specifico richiamo della forza esplosiva, si è assistito ad un aumento delle patologie da sovraccarico, soprattutto per l’impropria somministrazione dei carichi di lavoro. I mezzi di allenamento che vengono usati per richiamare e migliorare la forza esplosiva, sono essenzialmente: pliometria, balzi a carico naturale, balzi con sovraccarico. La pliometria consiste nell’ eseguire una contrazione isotonica preceduta dallo stiramento del muscolo con riuso della forza elastica. In parole povere l’atleta esegue un salto in basso dall’altezza di circa 50-70 cm con successivo salto in alto.
È evidente come, nel momento in cui l’atleta tocca il terreno, due forze di senso opposto si concentrano a livello lombosacrale. Mediamente durante una seduta d’allenamento non si dovrebbero superare le 100 toccate, limite che spesso viene superato; anche perchè nell’ultimo decennio l’enfatizzazione del concetto di forza ha portato all’uso improprio di questo mezzo d’allenamento e non solo di questo, con evidente sovraccarico del tratto lombosacrale. La struttura del rachide che viene stressata dal sovraccarico è sicuramente il disco.

Risposta biomeccanica del disco intervertebrale a carichi anomali

Il disco intervertebrale è una struttura priva di vasi sanguigni, ecco perché la nutrizione dei dischi avviene per una azione di pompa che, concretizzandosi nell’alternanza tra carico e scarico, permette l’entrata e l’uscita del liquido contenuto nel nucleo polposo (perfusione). Essenziali in quest’ottica gli esercizi di decompressione della colonna.
L’interessamento del segmento vertebrale posteriore si configura nella
Sindrome delle Faccette Articolari, espressione clinica del blocco articolare che si manifesta il più delle volte con un episodio acuto durante l’esercitazione.

L’unità funzionale interessata dal sovraccarico viene definita Segmento mobile vertebrale (Maigne), intendendosi con tale definizione due segmenti vertebrali contigui. Il disturbo che interessa il segmento mobile viene definito DIM (disturbo intervertebrale minore) o sofferenza segmentaria vertebrale del segmento mobile. La digitopressione delle spinose evidenzia il DIM. Accompagnano questo quadro clinico turbe trofiche a livello cutaneo, muscolare, tendineo, che Maigne definisce Sindrome cellulotenomialgica. Tale sindrome è dovuta alla irritazione del ramo posteriore del nervo spinale, che, data la sua configurazione, proietta il dolore più distalmente rispetto al DIM.

La particolare lunghezza del ramo del nevo spinale posteriore D12-L1 proietta il dolore a livello della cresta iliaca definendo così il cosiddetto. Punto di cresta, che a volte può ingenerare confusioni con patologie che riguardano l’articolazione sacroiliaca.
Il metodo che mette in evidenza la sofferenza del segmento mobile, con associata sindrome cellulotenomialgica, è la tecnica del Palper Rouler. Tale tecnica consiste nell’arrotoamento della cute con indice e pollice delle due mani; nella sede interessata dal disturbo si apprezza il sottocute edematoso, ispessito e dolente; tale reperto interessa anche il muscolo sottostante, nel contesto del quale sono riscontrabili dei punti di maggiore irritabilità, che, stimolati, evocano dolore in loco e, a volte, anche a distanza. Questi punti altro non sono che i Tigger Points, che definiscono la Sindrome Miofasciale come espressione clinica della Lombalgia da Overuse. Tra le indagini strumentali la Teletermografia è stata quella che più d’ogni altra ci ha permesso di evidenziare i TPs anche se silenti. La metodica nel tempo si è affinata, tant’è che attualmente disponiamo della teletermografia dinamica.



La terapia consiste in un ventaglio di soluzioni: farmacologica, fisica, manuale e di riprogrammazione posturale.
La nostra esperienza, ormai trentennale, ci fa preferire la terapia fisica e quella manuale a quella farmacologica.
Tra le terapie fisiche, abbandonate ormai le terapie tradizionali, preferiamo le endotermie, nella fattispecie Ipertermia, Tecarterapia, che preparano il segmento patologico alla successiva Terapaia Manipolativa risolutiva nel risolvere il blocco articolare tipico della Sindrome delle faccette articolari. L’annullamento dei TPs viene effettuato per favorire la miorisoluzione del segmento da trattare. La tecnica consiste nella digitopressione che stimolando i meccanocettori, fibbre di grosso calibro, produce, oltretutto, uno spiccato effetto antalgico per la teoria del Gate control. Non solo la digitopressione ma anche l’agopuntura può anullare i TPs in quanto è ormai accertato che 70 TPs corrispondono a 70 punti di agopuntura.
Un discorso a parte merita l’approccio posturale, che può essere attuato con esercizi di stretching non piu’analitico ma globale. Fino a qualche tempo fa si faceva riferimento, in tema di stretching, ai vari gruppi muscolari; ora si prendono in considerazione più gruppi muscolari embricati, che si articolano tra di loro, tali da comportarsi ed agire come se si trattasse di un solo unico muscolo dalla testa ai piedi, come dei circuiti in continuità di direzione e di piano, che fanno propagare le forze organizzatrici del corpo e che vengono chiamate catene muscolari.
Nel momento in cui un evento traumatico altera un distretto, per la legge del confort o del non dolore, l’organismo crea dei compensi in altra parte del corpo per scaricare il distretto sede dell’evento traumatico. Nella fattispecie, dopo una lombalgia, si creano dei compensi che, nella riprogrammazione posturale devono essere annullati non con lo stretching analitico ma con quello globale che per tale motivo viene chiamato Decompensato.

Considerando lo stretching globale una postura che dura qualche secondo, possiamo sicuramente parlare di approccio posturale considerando i tempi di applicazione della postura(5-30min.). La nostra riprogrammazione posturale segue i principi della Mezières con l’aiuto di panche (panca fit e la più moderna panca six), che permettono di eseguire le posture in maniera ottimale.
Negli ultimi tre anni in fase riabilitativa richiamiamo, allenandola, la propriocezione della colonna su una pedana bascullante e traslante con un feed back visivo ed un sensore (DVC) posto sul torace, che registra le oscillazioni del tronco con aggiustamenti in tempo reale grazie al feed back visivo sul monitor. Tale tecnica ci ha permesso dei recuperi più immediati e completi nell’ ottica di una migliore stabilizzazione posturale della colonna, ruolo che sicuramente compete alla propriocezione.

In conclusione vorrei ricordare un aforisma di Bousquet che dovrebbe guidarci in tutte le fasi dei vari momenti riabilitativi:

IN UNO SCHEMA FISIOLOGICO
LA FUNZIONE GOVERNA
LA STRUTTURA

IN UNO SCHEMA PATOLOGICO
LA STRUTTURA GOVERNA
LA FUNZIONE

 

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