XVII Congresso Internazionale di Riabilitazione Sportiva e Traumatologia
Protocollo riabilitativo dopo riparazione
artroscopica della cuffia dei rotatori
F. Danelon
Centro di Riabilitazione Sportiva Isokinetic, Milano
f.danelon@isokinetic.com
La riabilitazione ideale successiva ad un intervento di sutura della cuffia dei rotatori eseguito in artroscopia non è ancora stata determinata, e l’argomento è tuttora fonte di ricerca.
Vi sono studi e gruppi di lavoro che ritengono sufficiente affidare al paziente un programma di esercizi riabilitativi autogestiti, altri che lo rendono più comprensibile al paziente consegnando un supporto cartaceo e recentemente anche audiovisivo (1).
La nostra esperienza ci induce a pensare che la riabilitazione debba essere in parte auto-gestita ed in parte assistita, modellando tempi e modi in relazione alle caratteristiche sociali, economiche e culturali del paziente.
In ogni caso il programma deve basarsi su questi concetti principali: 1) favorire la mobilizzazione passiva precoce onde evitare lo sviluppo di aderenze durante la fase iniziale; 2) rispettare la sutura della cuffia dei rotatori evitando l’esercizio attivo svolto dai muscoli suturati prima del tempo di guarigione dei tessuti molli; 3) considerare la spalla non in isolamento funzionale ma come parte di una catena cinetica e dare particolare importanza ed attenzione alla rieducazione del corretto ritmo scapolo-omerale (2)
Sulla base di questi concetti deve essere costruito un protocollo personalizzato sul paziente, che terrà conto di: morfotipo e caratteristiche di lassità del paziente; esigenze ed obbiettivi socio-lavorativi del paziente (basso o alto impatto); caratteristiche psicologiche del paziente; indicazioni del chirurgo su: qualità dei tessuti e delle suture; anamnesi patologica e condizioni preoperatorie (danno da trauma o degenerativo?).
Protocollo riabilitativo
Indipendentemente dalle caratteristiche del paziente, il protocollo riabilitativo sarà costituito da 3 fasi, ciascuna scandita dal raggiungimento di obbiettivi funzionali: 1) fase del riposo e del recupero della mobilità articolare passiva con obbiettivo il recupero della autonomia nella vita quotidiana e nella vita lavorativa a basso impatto; 2) fase del recupero della forza e del controllo neuro-muscolare mirata al recupero della vita lavorativa completa; 3) fase del recupero della gestualità sportiva mirata al ritorno allo sport.
Nella prima fase è molto utile la rieducazione in piscina, che costituisce l’ambiente naturalmente protetto ideale per recuperare con dolcezza la mobilità articolare. La seconda fase si svolge principalmente in palestra dove vengono svolti sotto assistenza gli esercizi necessari al recupero della forza. Infine la terza fase, necessitando di spazi ampi e di attrezzature tecniche adeguate, viene valorizzata dal lavoro assistito sul campo sportivo.
Lungo tutto il percorso riabilitativo un attenzione particolare deve essere rivolta a dare indicazioni e stimolo al paziente affinché esegua l’esercizio terapeutico anche a domicilio onde meglio distribuire nelle 24 ore l’effetto delle terapie.
Inoltre l’esercizio proposto deve essere fin dall’inizio più funzionale possibile onde favorire la ripresa precoce di quella gestualità lavorativa o sportiva che contraddistingue l’attività del paziente.
Al termine del percorso riabilitativo e nell’ottica della particolare importanza che deve essere data agli aspetti di funzione, è opportuno valutare il paziente spostando il punto di vista dal medico al percepito del paziente stesso. E’ quindi consigliabile adottare scale di valutazione più consone a valutare la reale soddisfazione dei pazienti (3) piuttosto che scale che si basano su parametri di forza e di mobilità articolare. n
Bibliografia
1. Roddey TS, Olson SL, Gartsman GM, Hanten WP, Cook KF. A randomized controlled trial comparing 2 instructional approaches to home exercise instruction following arthroscopic full-thickness rotator cuff repair surgery. JOSPT 32 (11): 548-559, 2002
2. Rubin BD, Kibler WB Fundamental principles of shoulder rehabilitation: conservative to postoperative management. Arthroscopy 18(9 Suppl 2): 29-34, 2002
3. Roddey TS, Cook KF, O’Malley KJ, Gartsman GM. The relationship among strength and mobility measurements and self report outcomes scores in persons after rotator cuff repair surgery: impairment measures are not enough. J Shoulder Elbow Surg Jan Feb: 14 (1 suppl S): 95S-98S, 2005
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