Record e limiti umani
P. E. di Prampero


XVIII edizione
del Congresso Internazionale
di Riabilitazione Sportiva
e Traumatologia

Il ritorno allo sport: aspetti psicologici
S. Della Vill
Strategie di trattamento delle lesioni cartilaginee
in atleti professionisti: ripristino sportivo sul campo

F. Tencone
Le richieste della persona comune
S. Respizzi, G. Galimberti
La riabilitazione dopo intervento di protesi di ginocchio:
l’esperienza italiana

M. Zanobbi

L’evoluzione artrosica:
l’esercizio fisico

F. Ponteggia


Valutazione della stabilità del ginocchio
mediante utilizzo di misure neuromuscolari in calciatori

L. Rusu, S. Cernaianu, M. Vasilescu, G. Baltac, D. Ciocanescu, C. Fortan
Recupero funzionale in palestra e sul campo
dopo trapianto di condrociti in uno spotivo

E. Sarli

L’International Knee Society Rating System come strumento di valutazione negli esiti chirurgici per protesi articolare di ginocchioS. Maffioletti, G. Alberti


Utilizzo di condroprotettori nei pazienti sportivi
R. Tavana
Asma bronchiale & sport
V. Frigo
La parola al radiologo
La pubalgia nello sport:
alcune cause infrequenti

C. Faletti
Argomenti in Medicina dello Sport
Approccio razionale
al calo prestativo dell’atleta

M. Manara - S. Mazzoni
Importanza della valutazione della composizione corporea nei calciatori
C. Orlandi
Il Centro Performance
nella realtà sportiva
di Siena e provincia

G. Martelli


I NOSTRI
INSERZIONISTI

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Anno 9 - Numero 2 - 2009
IL MEDICO SPORTIVO
Periodico di aggiornamento scientifico e
professionale

Le richieste della persona comune

S. Respizzi, G. Galimberti
Dipartimento di Riabilitazione e Rieducazione Funzionale, IRCCS Istituto Clinico Humanitas, Milano

Per rispondere alla domanda del paziente, è necessario fare un passo indietro e chiedersi: com’era, ieri, il percorso riabilitativo di un operato di protesi di ginocchio?
• Le risorse erano limitate
• L’iter riabilitativo era attuato con lentezza.
• Era normale una maggiore invasività chirurgica.
• Le attese del paziente erano sicuramente minori.
Oggi invece: “the objective of TKA surgery is to provide the patient with a pain-free, well-aligned and stable knee joint whose function approaches that of a normal knee” (Brander, 2006).
L’affermazione della collega americana evidenzia finalmente come l’aspetto funzionale sia ormai considerato decisivo nel successo di una protesizzazione.
Da questi presupposti, possiamo chiederci: com’è, oggi, il percorso riabilitativo di un operato di protesi di ginocchio?
Dalla parte del medico:
• Maggiori disponibilità di risorse umane e di struttura
• Ridotta invasività chirurgica: maggiore sicurezza
• Migliorie tecniche nella protesica: maggiore durata dell’impianto
• Sviluppo di lavoro in squadra (team chirurgo/riabilitatore)
• Migliore preparazione e consapevolezza
• Protocolli riabilitativi meglio definiti
Ancora più importante, se parliamo di funzione, è chiedersi, com’è, oggi, dalla parte del paziente?
Rispetto a ieri non è cambiato nulla! Decide di farsi operare per:
• Togliere il dolore
• Recuperare la funzione
Tutto il resto non conta, i tecnicismi chirurgici non lo riguardano. È sempre più importante la corretta comunicazione con il paziente, in particolare sui suoi obiettivi che devo essere ascoltati e condivisi.
La tabella 1 mostra le risposte a un questionario somministrato a cinquanta pazienti ricoverati consecutivamente nel 2008 presso il Dipartimento di Riabilitazione dell’IRCCS Istituto Clinico Humanitas. Com’è possibile notare si tratta di un plebiscito a favore del controllo del dolore e della ripresa del cammino. Da notare inoltre come circa il 4% dei pazienti auspichi il ritorno alla pratica di attività sportive.
A questo punto è indispensabile introdurre il concetto di Qualità intesa come capacità di soddisfare le attese del paziente. È il rapporto tra ciò che si fa e ciò che è atteso.
L’impegno nei confronti della qualità attesa ci deve portare a sviluppare la cosiddetta Alleanza terapeutica, cioè quella stretta condivisione di obiettivi e azioni che portano il paziente al massimo recupero funzionale possibile.
Nell’ultimo decennio la medicina ha intrapreso un percorso che ha riportato il paziente al centro del processo terapeutico. Si è passati da una medicina centrata sulla malattia (disease centred) a una medicina centrata sulla persona (patient centred). Ecco quindi come porre diagnosi di malattia, non deve solo portare a impostare una corretta terapia, ma, nel contempo, deve farci confrontare con il vissuto del paziente.
Presso l’Istituto Clinico Humanitas è stato sviluppato un percorso di cura integrato con le Unità Operative di Ortopedia al fine di garantire, nella stessa struttura, la miglior e più efficace possibilità terapeutica possibile.
In conclusione, alla domanda iniziale sarà data una risposta così articolata:
• Ascoltare e assecondare le esigenze del paziente.
• Definire attentamente con il chirurgo un corretto percorso terapeutico.
• Condividere con il paziente gli obiettivi del team riabilitativo.
• Puntare a un precoce recupero delle ADL.
• Motivare il paziente all’indipendenza.
• Recuperare al massimo la funzione.
• Consigliare al paziente la pratica di attività sportive a basso impatto. ■

Bibliografia
1. Brander V, Stulberg SD. Rehabilitation after hip- and knee-joint replacement. An experience- and evidence-based approach to care. Am J Phys Med Rehabil. 2006; 85(11 Suppl): S98-118.

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