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Ecografia vs risonanza
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Anno 7 - Numero 2 - 2007
IL MEDICO SPORTIVO
Periodico di aggiornamento scientifico e
professionale

Ecografia vs risonanza magnetica
negli esami funzionali e dinamici dell’apparato muscolo-scheletrico

G. Monetti - Istituto di Medicina dello Sport - Università degli studi - Bologna
E. Drago - Istituto di Medicina dello Sport - Università degli studi - Bologna
C. Tentoni - Facoltà di Scienze motorie - Università degli studi - Bologna
P. Minafra - Cattedra di Medicina dello Sport - Università degli studi - Palermo




Lo studio della patologia dell’apparato muscolo scheletrico necessita sempre più di essere effettuato con metodiche diagnostiche di tipo funzionale.
Tale aspettativa è oggi perfettamente espletata da nuove metodiche quali sono in particolare la elasto-sonografia, lo studio 3D-4D ecografico dinamico ed in particolare la risonanza magnetica con apparecchiature che permettono l’esecuzione dell’esame in clino ed ortostatismo.
Queste metodiche consentono di riprodurre sempre più fedelmente il reale carico a cui sono sottoposte le articolazioni, i muscoli ed i tendini nell’attività sportiva.
La risonanza magnetica in orto e clinostatismo viene applicata con eccellenti risultati nello studio del rachide cervicale, dorsale e lombare, con risultati notevoli, soprattutto nelle valutazioni di instabilità minori quali sono le listesi, le stenosi del canale vertebrale ed in particolare le protrusioni e le ernie discali.
In tutte queste situazioni, frequentemente l’esame in carico dimostra un netto peggioramento dell’obbiettività evidenziata in clinostatismo.
Detta indagine peraltro riveste notevole importanza sia ai fini di una valutazione terapeutica, in quanto in grado di dimostrare una eventuale stabilità o instabilità del quadro, sia ai fini medico legali, per definire l’entità del danno.
La R.M. ortostatica, coadiuvata dall’indagine ecografia dinamica, consente ottime valutazioni a carico delle articolazioni e dei muscoli dell’arto inferiore, utilizzando eventuali proiezioni in stress in varo e in valgo, in flessione ed estensione, ed eventualmente effettuando indagini con arto intra od extra ruotato.
A carico dell’anca vengono eseguite indagini dinamiche e sottocarico in particolare per lo studio del cercine fibro-cartilagineo antero superiore, che risulta la struttura percentualmente più compromessa negli esiti distrattivi a tale livello.
Lo studio dell’articolazione del ginocchio consente innumerevoli valutazioni, quali le tendinopatie degenerative o post- traumatiche. Le indagini in ortostatismo evidenziano un netto incremento del segnale patologico, in virtù del sovraccarico esercitato.
All’indagine di risonanza in ortostatismo ed all’ecografia dinamica ed in carico, si associa spesso con risultati egregi l’indagine ecografica con elastosonografia, che ha potenzialità di poter verificare il grado di elasticità delle strutture in esame, quali in particolare i muscoli ed i tendini.
L’esame ortostatico in risonanza magnetica a carico delle componenti legamentose del pivot centrale, consente spesso di porre l’accento su eventuali instabilità non evidenziate all’esame clinostatico.
Altrettanto risulta molto utile nella valutazioni delle disinserzioni meniscali, negli esiti di meniscectomia parziale, laddove sovente il paziente lamenta in carico pseudo blocchi, che all’indagine in clinostatismo non possono essere evidenziati.
La caviglia è una ulteriore articolazione che trae notevoli vantaggi dalle indagini dinamiche ed in carico, evidenziandosi spesso lesioni delle componenti tendinee, capsulo legamentose ed osteocondrali, che dimostrano notevoli modifiche negli esami in ortostatismo.
Infine deve essere menzionata un’ulteriore possibilità, che riguarda lo studio della spalla sotto stress, fornendo al paziente un peso che varia dai 3 ai 5 Kg.
Effettuando l’indagine in ortostatismo, si valutano eventuali sovraccarichi patologici che vanno nettamente a modificare la morfologia delle componenti capsulo legamentose e dei cercini fibro-cartilaginei.
In conclusione questa rapida carrellata ha posto in luce le potenzialità notevoli fornite attualmente dalla diagnostica per immagini, che in molti casi consente di porre diagnosi di tipo funzionali, fino ad oggi mai ottenute con le metodiche a nostra disposizione

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