Epidemiologia
degli sport
natatori e ruolo
della prevenzione
nella spalla
di nuotatore
G. Camillieri,
M. Bonifazi



La parola al
Radiologo
La patologia
osteocondrale
dello sportivo.
Quale iter
diagnostico?

A. Bellelli


www.siaonline.it
Un sito al servizio
di medici e pazienti
T. Vola



Argomenti in
Medicina dello Sport
Geometria e funzione
cardiaca
G. Galanti,
G. Pedrizzetti



Ecografia vs risonanza
magnetica negli esami
funzionali e dinamici
dell’apparato
muscolo-scheletrico
G. Monetti,
E. Drago,
C. Tentoni,
P. Minafra


Al via il Progetto T3
A cura della Redazione

La traumatologia
nel Rugby

V. M. Ieracitano,
M.V. Giacobbe

Una nuova opportunità
terapeutica nella
patologia da
sovraccarico
funzionale del
ginocchio
M.Guelfi
V. M. Ieracitano,
M.V. Giacobbe

Un nuovo approccio al trattamento
della tendinite dei peronieri
e del tibiale posteriore nei pattinatori amatoriali
U. Zoppi

I NOSTRI
INSERZIONISTI
 
Contrast for life
 
Clivarina
 
Dicloreum
 
DonJoy e AIRCAST
 
Esaote
 
Fastum 2.5% Gel
 
Ione
 
Ligatender
 
Lunar
 
Muscoril Orudis
 
Muscoril Trauma
 
Noxon
 
Synvisc
 
Sustenium Plus
 
Ubimaior
 
Jointex + Jointex Starter
 









Anno 7 - Numero 2 - 2007
IL MEDICO SPORTIVO
Periodico di aggiornamento scientifico e
professionale

Un nuovo approccio al trattamento
della tendinite dei peronieri
e del tibiale posteriore nei pattinatori amatoriali

Umberto Zoppi
Specialista in Ortopedia e Traumatologia, Giulianova, Teramo

L'articolazione tibio-tarsica è un’articolazione composta dal complesso tibio-peroneale entro cui bascula, nei movimenti di flesso estensione e rotazione del piede, l’astragalo; la complessità anatomico-funzionale dell’articolazione tibio-tarsica la espone spesso al rischio di lesioni acute al complesso legamentoso sia interno (mediale) che esterno (laterale). Di conseguenza, come per le articolazioni della spalla e del gomito, anche i singoli tendini dell’articolazione della caviglia possono sviluppare processi patologici degenerativi legati al sovraccarico funzionale.
In particolare, la tendinite dei peronieri e del tibiale posteriore interessa robusti tendini che dalla loggia posteriore della gamba si inseriscono sul piede rispettivamente al lato esterno ed al lato interno della caviglia, passando sotto i rispettivi malleoli. La loro funzione è di stabilizzazione e flessione plantare del piede durante il cammino, la corsa ed il salto; le cause d’infiammazione sono per la gran parte simili a quelle che colpiscono il tendine d’Achille. Il segno clinico è il dolore durante l’attività sportiva accompagnato a volte da tumefazione delle regioni sottomalleolari e la diagnosi si basa sulla visita clinica integrata da esame radiografico ed ecografico.
La terapia è prevalentemente di tipo conservativo, ovvero consiste in riposo funzionale, antinfiammatori, fisiokinesiterapia ed eventuali ortesi.
In considerazione della vulnerabilità dei tendini agli insulti traumatici o microtraumatici, in particolare quando l’organismo è carente dei microelementi nutrizionali essenziali per il buon funzionamento e la conservazione del tendine stesso, la letteratura internazionale sembra evidenziare che l’apporto di determinati e specifici micronutrienti è fondamentale per prevenire, mitigare, trattare i danni tendinei provocati dall’attività muscolare.
Tali evidenze hanno consentito di identificare questi micronutrienti essenziali per il tendine, rappresentati dal metil-sulfonil-metano, uno dei principali donatori di solfati naturali organici indispensabili per l’omeostasi tendinea, dall’alfa-chetoglutarato di ornitina che blocca la fase catabolica indotta dalla lesione tendinea e antagonizza i processi flogistici, dalla lisina, un aminoacido essenziale necessario per la crescita e per la sintesi di alcuni proteine essenziali per il tendine, dalla glucosamina e dal condrotin solfato, glicosaminoglicani essenziali per la fase riparativa tendinea, dalla vitamina C che influenza il metabolismo del tessuto connettivo tendineo, dalla biotina che svolge un ruolo centrale nella formazione del coenzima A e dalla vitamina E la cui attività antiossidante aiuta a mantenere l'integrità del tendine. Questa vitamina è un potente antiossidante, fondamentale nella lotta ai radicali liberi e per i processi vitali e cellulari; protegge la vitamina A dalla scomposizione, la vitamina C e quelle del gruppo B dall'ossidazione e migliora la trasportabilità dell'ossigeno da parte dei globuli rossi.
Inoltre, studi su animali da esperimento hanno dimostrato che il deficit di vitamina E induce aumento di collagene insolubile per inefficace protezione verso la formazione di perossidi. Pertanto la vitamina E rallenterebbe il danno ossidativo attraverso protezione del collagene
Nuove acquisizioni hanno anche permesso di chiarire che tali microelementi essenziali, quando somministrati insieme, agiscono in sinergia e sono efficaci nel mantenere la funzionalità dei tendini, in particolare in soggetti con carenze nutrizionali o sotto sforzo fisico o in presenza di una patologia tendinea.
Sulla base di queste evidenze, è stato condotto uno studio nel trattamento della tendinite dei peronieri e del tibiale posteriore, una affezione dolorosa frequentemente dovuta a microtraumi o traumi acuti, in atleti non professionisti di pattinaggio su rotelle, confrontando un gruppo di pazienti trattati con terapia fisica, riabilitativa e ortesica, e un gruppo di pazienti trattati con Ligatender, un nuovo integratore alimentare a base di metil-sulfonil-metano, ornitina-alfa-chetoglutarato, lisina, condroitin-solfato, glucosamina, vitamina C, vitamina E e biotina i cui componenti sono stati appositamente studiati e selezionati per via della loro spiccata attività sinergica che assicura il corretto apporto all’organismo così da integrare ed aumentare le difese naturali tendinee.

Materiali e Metodi
Sono stati arruolati 30 soggetti pattinatori non professionisti (22 maschi e 8 femmine; età 22-36 anni, media 29) affetti da tendinite del peroniero e del tibiale posteriore con RMN negativa per lesioni con soluzione di continuo del tendine, sottoposti precedentemente a trattamento medico senza risultati apprezzabili. Basandosi sulla classificazione di Myerson, la tendinite diagnosticata è risultata essere di grado 1.
I pazienti arruolati sono stati suddivisi in due gruppi e trattati, secondo il seguente schema:

Gruppo A (15 pazienti): trattamento conservativo consistente in un ciclo di 10 sedute di elettroterapia analgesica e tre sedute di onde d’urto per un totale di 40 giorni;

Gruppo B (15 pazienti): lo stesso trattamento conservativo del Gruppo A più trattamento con Ligatender alla posologia di 1 bustina da 3,5 grammi al giorno.

Per la valutazione dei risultati sono state utilizzate la scala VAS per la valutazione della riduzione del dolore (0-100 mm) con misurazioni condotte all’arruolamento e ogni 10 giorni fino al termine dello studio ed la valutazione del tempo necessario al ritorno all’attività sportiva con questionario dal punteggio da 1 a 10, (1=nessun beneficio e assenza di ripresa sportiva - 10=risoluzione sintomatologica e ripresa sportiva completa) con misurazione basale e finale.
A tutti i pazienti è stato permessa l’assunzione di paracetamolo 1000 mg quale terapia antalgica suppletiva.
Oltre alla valutazione dei parametri di efficacia, rappresentati dalla riduzione della sintomatologia dolorosa e dalla valutazione del tempo necessario alla ripresa dell’attività sportiva, al termine dello studio è stato chiesto ai pazienti di riferire se avessero assunto paracetamolo quale terapia antalgica suppletiva.
Sebbene nei pazienti selezionati per lo studio, la gravità della tendinite ai peronieri e al tibiale posteriore fosse di grado 1 secondo Myerson, tuttavia occorre evidenziare che, come in tutte le patologie che interessano i tendini, anche in tendiniti di modesta gravità il trattamento spesso necessita di tempi lunghi per poter condurre il paziente alla guarigione clinica. In questo l’associazione di un integratore contenente i micronutrienti essenziali per attenuare il danno tendineo ha il razionale di accelerare la riduzione della sintomatologia della tendinite così ridurre i tempi di recupero della funzionalità articolare, consentendo un precoce ritorno all’attività sportiva.

Risultati
L’analisi dei risultati relativa ai due regimi di trattamento ha evidenziato differenze rilevanti tra i due gruppi per quanto riguarda i parametri di efficacia valutati.
Nei pazienti del Gruppo B è stata osservata una più rapida e significativa risposta sintomatologica, confermata dalla maggiore riduzione dell'intensità del dolore rispetto al gruppo A di confronto; tale migliore risultato è correlato alla somministrazione dell’integratore Ligatender in aggiunta al trattamento conservativo. (Figura 1)
Inoltre, la percentuale di pazienti che hanno assunto paracetamolo quale terapia antalgica suppletiva è risultata essere molto più bassa nel gruppo di pazienti in trattamento con terapia conservativa + Ligatender (Gruppo B) rispetto a quelli in terapia con il solo trattamento conservativo (Gruppo A). (Figura 2)
La capacità del trattamento con Ligatender di influenzare positivamente l’outcome clinico è stato osservato anche dalla valutazione dei minori tempi di ripresa dell’attività sportiva riscontrata nei pazienti del Gruppo B rispetto a quanto osservato in quelli appartenenti al Gruppo A. (Figura 3).

Conclusioni
La tendinite del peroniero e del tibiale posteriore è una patologia non solo di pertinenza degli atleti professionisti ma che interessa anche molti soggetti che praticano attività sportiva amatoriale, soprattutto quando l’attività viene praticata saltuariamente e non con regolarità. In linea generale questa patologia ha una insorgenza subdola, facilmente legata all’atteggiamento posturale, del retropiede in iperpronazione che determina sovraccarico funzionale sui tendini peroniero e tibiale e che dapprima si manifesta con una sinovite e, successivamente, con alterazioni strutturali che possono condurre alla rottura.
Sulla base dei risultati ottenuti in questo studio si può affermare che nel trattamento della tendinite del peroniero e del tibiale posteriore di grado 1, può essere razionalmente utile l’utilizzo di Ligatender insieme al trattamento conservativo, per la sua dimostrata capacità nel contribuire a ridurre la sintomatologia dolorosa e i tempi di recupero dell’attività sportiva.

Bibliografia essenziale
Ameye LG et al., Arthritis Res Ther. 2006; 8 (4): R127.
Bank RA et al., Ann Rheum Dis. 1999; 58 (1): 35-41.
Bellia R, www.fihp.org/corsa, 2006
Bisseling RW et al., Br J Sports Med. 2007; in press
Clegg DO et al., N Engl J Med 2006; 354: 795-808
Coughlin MJ, In Ferkel RD (eds) Sports medicine of the foot & ankle AOFAS, Palm Springs; pp 103-107
Cynober L, J Nutr. 2004; 134 (10 Suppl): 2858S-2862S.
Cynober LA, Curr Opin Clin Nutr Metab Care. 1999; 2(1): 33-37.
Fredberg U et al., Scand J Med Sci Sports. 1999; 9(2): 66-73.
Gonzalez Santander R et al., Int J Dev Biol. 1996; Suppl 1: 181S-182S.
Magnuson BA et al., J Agric Food Chem. 2007; 55 (3): 1033-1038.

Mann RA et al., In Ferkel RD (eds) Sports medicine of the foot & ankle AOFAS, Palm Springs, 2001; pp 113-121
McAlindon TE et al., JAMA 2000; 283: 1469-1475.
Mello ML et al., Cell Mol Biol 2003; 49 (4): 579-85.
Myerson M,. J. Bone Joint Surg., 1996; 78A :780-791
Pacheco-Alvarez D et al., Arch Med Res.2002; 33 (5): 439-47.
Russell JE et al., J Orthop Res. 1991; 9 (5): 714-9.
Tibesku CO et al., Sportverletz Sportschaden. 2005; 19(2): 63-71.
Wittke R et al., MMW Fortschr Med. 2005; 147(25): 28-9, 31-2.
Yuan J, et al.. Biochim Biophys Acta. 2004 Jul 23;1693(1):37-45.


top