ASPETTI CLINICI DELL’IMPIEGO
DEL COENZIMA Q10
REVISIONE DELLA LETTERATURA A CURA DELLA REDAZIONE
Poiché il Coenzima
Q10 viene impiegato utilizzato per una molteplicità
di malattie, in questa revisione vengono illustrate le più
recenti acquisizioni sull’utilizzo di questo enzima,
con particolare enfasi per quelle aree terapeutiche nella
quali questo approccio è completamente nuovo.
Il Coenzima Q10 (Ubichinone, Ubidecarenone) è una
sostanza che fa parte della famiglia degli Ubichinoni coinvolta
nel trasporto di elettroni e nella produzione di energia
nei mitocondri a livello cellulare. Il Coenzima Q10 è
un coenzima, di natura lipidica, estremamente diffuso in
natura che svolge una azione fondamentale nella produzione
di energia e che esplica, anche, una azione antiossidante
e protettiva nei confronti dei radicali liberi. Ha attività
antiossidante al livello delle membrane cellulari e mitocondriali
proteggendole dalla perossidazione lipidica. È naturalmente
presente nel nostro organismo nel quale viene sintetizzato.
La numerosa letteratura scientifica ha dimostrato che il
Coenzima Q10 svolge un ruolo molto importante nel trasporto
degli elettroni e che la sua carenza comporta un deficit
di trasporto di elettroni e di ossigenazione. Sebbene il
Coenzima Q10 sia sintetizzato nelle nostre cellule, la sua
sintesi diminuisce con l’invecchiamento, con la malnutrizione,
con alcuni farmaci, con le malattie croniche e quando questo
accade l’unica fonte di Coenzima Q10 è l’alimentazione
o la terapia farmacologica. Studi sperimentali e clinici
hanno inoltre dimostrato che il cuore ha la più alta
concentrazione di coenzima Q10, tanto è vero che
il suo impiego in terapia medica avviene soprattutto nelle
malattie cardiovascolari.
La conferma dell’efficacia del Coenzima Q10 nel migliorare
il quadro clinico dei pazienti cardiopatici viene da uno
studio effettuato nel 1994 dall’Università
del Texas. I ricercatori americani hanno infatti trattato
con il Coenzima Q10 n. 424 pazienti affetti da cardiopatici
per un periodo di 8 anni. L’end point dello studio
era il miglioramento della scala della “New York Heart
Association” (NYHA): i risultati confermarono l’efficacia
del trattamento in quanto, dei 424 cardiopatici, il 58%
migliorò di una classe NYHA, il 28% di 2 classi NYHA,
e 1,2 % di 3 classi NYHA.
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Le proprietà del Coenzima Q10 in ambito cardiovascolare
sono state oggetto di ulteriori studi in particolare per
quanto riguarda la protezione del miocardio durante interventi
di cardiochirurgia, prevenzione dell’infarto, cardiomiopatia
pediatrica e rianimazione cardiopolmonare. Questo grazie
all’attività svolta dal Coenzima Q10 a livello
endoteliale e vascolare.
Studi recenti su differenti malattie neurologiche che coinvolgono
disfunzioni mitocondriali e stress ossidativo, hanno recentemente
illustrato alcuni dei meccanismi neuroprotettivi del Coenzima
Q10. Uno studio con follow-up di 4 anni su 10 pazienti affetti
da atassia di Friedreich, trattati con Coenzima Q10 e vitamina
E, ha dimostrato un significativo miglioramento della bioenergetica
del muscolo cardiaco e dei muscoli scheletrici, con evidente
beneficio a livello cardiaco e della forza muscolare sotto
sforzo.
Inoltre, ulteriori studi che hanno dimostrato come le disfunzioni
mitocondriali giochino un ruolo importante nella patofisiologia
delle cefalee e della degenerazione maculare, hanno anche
confermato il potenziale di miglioramento espresso dal Coenzima
Q10 in tali situazioni patologiche.
Infine, l’attività del Coenzima Q10 a livello
della muscolatura scheletrica, espressa come capacità
di migliorare la produzione di energia a livello cellulare,
ha indotto l’impiego del Coenzima Q10 anche in medicina
sportiva, dove alcuni studi effettuati su atleti professionisti
di ciclismo e sci di fondo hanno dimostrato l’effetto
positivo sugli indici di performance fisica e del tono muscolare.
In uno studio finlandese 25 sciatori fondisti finlandesi
sono stati trattati con il Coenzima Q10 o con placebo; i
risultati hanno dimostrato un miglioramento di tutti gli
indici di performance fisica. Il 94% degli atleti trattati
con il Coenzima Q10 ha ottenuto un miglioramento dei tempi
e della loro performance, mentre nel gruppo trattato con
placebo solo nel 33% dei soggetti ha riscontrato tale risultato
(Figura 1).
In un altro sutdio effettuato su 18 ciclisti professionisti,
suddivisi in due gruppi e trattati con Coenzima Q10 (n.
8) o placebo (n. 10), è stato osservato un significativo
incremento della concentrazione di Coenzima Q10 a livello
plasmatico negli atleti in trattamento attivo rispetto a
quelli con placebo, per i quali non si è ottenuta
alcuna variazione delle concentrazioni. (Figura 2)
In conclusione, la continua ricerca scientifica ha evidenziato
che il Coenzima Q10 è certamente utile in molteplici
situazioni cliniche cardiovascolari, come le cardiomiopatie
o l’ipertensione arteriosa, ma non bisogna dimenticarne
l’utilità nel trattamento di malattie caratterizzate
da sbilanciamenti negativi delle bioenergie mitocondriali
e da intenso stress ossidativo e in tutte quelle altre situazioni
in cui può ridursi l’energia necessaria all’apparato
muscolare, come avviene a seguito di una intensa attività
sportiva.
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