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Aspetti clinici dell’impiego
del Coenzima Q10


Risultati dello studio
EFOPS
(Erlangen Fitness
Osteoporosis Prevention Study)
condotto in donne
osteopeniche
postmenopausali


Efficacia e sicurezza
di meloxicam
nel trattamento
dell’osteoartrosi


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Anno 5 - Numero 4 - 2005
IL MEDICO SPORTIVO
Periodico di aggiornamento scientifico e
professionale


ASPETTI CLINICI DELL’IMPIEGO DEL COENZIMA Q10
REVISIONE DELLA LETTERATURA A CURA DELLA REDAZIONE

Poiché il Coenzima Q10 viene impiegato utilizzato per una molteplicità di malattie, in questa revisione vengono illustrate le più recenti acquisizioni sull’utilizzo di questo enzima, con particolare enfasi per quelle aree terapeutiche nella quali questo approccio è completamente nuovo.
Il Coenzima Q10 (Ubichinone, Ubidecarenone) è una sostanza che fa parte della famiglia degli Ubichinoni coinvolta nel trasporto di elettroni e nella produzione di energia nei mitocondri a livello cellulare. Il Coenzima Q10 è un coenzima, di natura lipidica, estremamente diffuso in natura che svolge una azione fondamentale nella produzione di energia e che esplica, anche, una azione antiossidante e protettiva nei confronti dei radicali liberi. Ha attività antiossidante al livello delle membrane cellulari e mitocondriali proteggendole dalla perossidazione lipidica. È naturalmente presente nel nostro organismo nel quale viene sintetizzato.
La numerosa letteratura scientifica ha dimostrato che il Coenzima Q10 svolge un ruolo molto importante nel trasporto degli elettroni e che la sua carenza comporta un deficit di trasporto di elettroni e di ossigenazione. Sebbene il Coenzima Q10 sia sintetizzato nelle nostre cellule, la sua sintesi diminuisce con l’invecchiamento, con la malnutrizione, con alcuni farmaci, con le malattie croniche e quando questo accade l’unica fonte di Coenzima Q10 è l’alimentazione o la terapia farmacologica. Studi sperimentali e clinici hanno inoltre dimostrato che il cuore ha la più alta concentrazione di coenzima Q10, tanto è vero che il suo impiego in terapia medica avviene soprattutto nelle malattie cardiovascolari.
La conferma dell’efficacia del Coenzima Q10 nel migliorare il quadro clinico dei pazienti cardiopatici viene da uno studio effettuato nel 1994 dall’Università del Texas. I ricercatori americani hanno infatti trattato con il Coenzima Q10 n. 424 pazienti affetti da cardiopatici per un periodo di 8 anni. L’end point dello studio era il miglioramento della scala della “New York Heart Association” (NYHA): i risultati confermarono l’efficacia del trattamento in quanto, dei 424 cardiopatici, il 58% migliorò di una classe NYHA, il 28% di 2 classi NYHA, e 1,2 % di 3 classi NYHA.

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Le proprietà del Coenzima Q10 in ambito cardiovascolare sono state oggetto di ulteriori studi in particolare per quanto riguarda la protezione del miocardio durante interventi di cardiochirurgia, prevenzione dell’infarto, cardiomiopatia pediatrica e rianimazione cardiopolmonare. Questo grazie all’attività svolta dal Coenzima Q10 a livello endoteliale e vascolare.
Studi recenti su differenti malattie neurologiche che coinvolgono disfunzioni mitocondriali e stress ossidativo, hanno recentemente illustrato alcuni dei meccanismi neuroprotettivi del Coenzima Q10. Uno studio con follow-up di 4 anni su 10 pazienti affetti da atassia di Friedreich, trattati con Coenzima Q10 e vitamina E, ha dimostrato un significativo miglioramento della bioenergetica del muscolo cardiaco e dei muscoli scheletrici, con evidente beneficio a livello cardiaco e della forza muscolare sotto sforzo.
Inoltre, ulteriori studi che hanno dimostrato come le disfunzioni mitocondriali giochino un ruolo importante nella patofisiologia delle cefalee e della degenerazione maculare, hanno anche confermato il potenziale di miglioramento espresso dal Coenzima Q10 in tali situazioni patologiche.
Infine, l’attività del Coenzima Q10 a livello della muscolatura scheletrica, espressa come capacità di migliorare la produzione di energia a livello cellulare, ha indotto l’impiego del Coenzima Q10 anche in medicina sportiva, dove alcuni studi effettuati su atleti professionisti di ciclismo e sci di fondo hanno dimostrato l’effetto positivo sugli indici di performance fisica e del tono muscolare.
In uno studio finlandese 25 sciatori fondisti finlandesi sono stati trattati con il Coenzima Q10 o con placebo; i risultati hanno dimostrato un miglioramento di tutti gli indici di performance fisica. Il 94% degli atleti trattati con il Coenzima Q10 ha ottenuto un miglioramento dei tempi e della loro performance, mentre nel gruppo trattato con placebo solo nel 33% dei soggetti ha riscontrato tale risultato (Figura 1).
In un altro sutdio effettuato su 18 ciclisti professionisti, suddivisi in due gruppi e trattati con Coenzima Q10 (n. 8) o placebo (n. 10), è stato osservato un significativo incremento della concentrazione di Coenzima Q10 a livello plasmatico negli atleti in trattamento attivo rispetto a quelli con placebo, per i quali non si è ottenuta alcuna variazione delle concentrazioni. (Figura 2)
In conclusione, la continua ricerca scientifica ha evidenziato che il Coenzima Q10 è certamente utile in molteplici situazioni cliniche cardiovascolari, come le cardiomiopatie o l’ipertensione arteriosa, ma non bisogna dimenticarne l’utilità nel trattamento di malattie caratterizzate da sbilanciamenti negativi delle bioenergie mitocondriali e da intenso stress ossidativo e in tutte quelle altre situazioni in cui può ridursi l’energia necessaria all’apparato muscolare, come avviene a seguito di una intensa attività sportiva.

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