UNA
NUOVA OPPORTUNITÀ TERAPEUTICA PER IL TRATTAMENTO
DELLE TENDINOPATIE DI GINOCCHIO DI SPORTIVI
Umberto Zoppi
Divisione di Ortopedia e Traumatologia
Ospedale Civile di Teramo
Riassunto
I tendini sono strutture facilmente vulnerabili agli insulti
traumatici o microtraumatici in particolare quando l’organismo
è carente dei microelementi nutrizionali essenziali
per il buon funzionamento e la conservazione del tendine
stesso, come nel caso di sovraccarico funzionale negli sportivi
che comporta, insieme ad una forte sollecitazione delle
articolazioni e dei tendini, anche il rapido esaurirsi dei
micronutrienti necessari al benessere del tendine stesso,
con conseguente aumento della probabilità di evocare
una tendinopatia.
Tale evenienza è particolarmente avvertita da quegli
sportivi che praticano sport come il calcio, il basket,
lo sci e la pallavolo, tutti sport in cui le tendinopatie
al ginocchio sono molto frequenti.
Le tendinopatie meno gravi vengono abitualmente trattate
con terapia farmacologica locale e in generale con l’obiettivo
di recuperare al più presto l’atleta allo sport,
mentre quelle più gravi, sottoposte ad accertamenti
diagnostici sofisticati (ecografia e RM o ArtroRM), debbono
essere comunque monitorizzate e deve essere applicata una
terapia farmacologica che permetta allo sportivo di iniziare
il più rapidamente possibile esercizi di controllo
muscolare.
Da una nostra analisi della letteratura internazionale è
emerso che l’apporto di determinati microelementi
sia fondamentale per prevenire, mitigare, trattare i danni
tendinei provocati dall’attività muscolare;
per confermare tale ipotesi, abbiamo voluto verificare l’efficacia
di un trattamento con Eutend, (complemento alimentare a
base di Alfa-Ketoglutarato di Ornitina (OKG), Metil-Solfonil-Metano
(MSM), L-Lisina, Vitamina C, Biotina, Glucosamina-Solfato
e Condroitin-Solfato), in confronto a meloxicam, entrambi
somministrati secondo uno schema terapeutico e con dosaggi
calcolati in base alla gravità della tendinopatia,
in 60 soggetti praticanti sport con tendinopatia all’articolazione
del ginocchio (35 erano uomini, 25 donne, età media
30 anni (min. 20, max. 40).
All’arruolamento il 65% dei pazienti erano impossibilitati
a praticare l’attività minima (corsa lineare
piana, accosciamento, ecc.) mentre nella restante percentuale
era difficoltosa la deambulazione corretta ed il carico
articolare.
Al termine dello studio in tutti i pazienti trattati abbiamo
ottenuto un accelerato recupero della funzione rispetto
ai tempi precedenti.
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Introduzione
Sono state formulate numerose classificazioni delle tendinopatie
di ginocchio, soprattutto considerando le caratteristiche
anatomo-patologiche; la classificazione più in uso
riporta tre gradi di classificazione in rapporto alla gravità
della stessa. (tab. 1)
Si deve quindi considerare l’anatomia del ginocchio
che si caratterizza per la presenza dei tendini del bicipite
femorale, del semimebranoso, del grande aduttore, del popliteo
e del quadricipite femorale. Vengono considerate di 1°
grado le tendinopatie di minima entità (senza danno
anatomo-patologico) con mantenimento delle caratteristiche
strutturali dello stesso, di 2° grado le tendinopatie
di media entità e di 3° grado quelle con lesione
completa di uno o più tendini.
Per il nostro studio abbiamo arruolato pazienti che presentavano
solo tendinopatie di 1° e 2° grado, in quanto, sebbene
di recente si assista alla tendenza clinica di arrivare
alla guarigione senza intervento chirurgico, a tutt’oggi
quelle di 3° grado vengono ancora trattate per la via
elettiva chirurgica.
Le tendinopatie di 1° grado, pur essendo lesioni tendinee
di minima entità, necessitano comunque di attenzione
da parte del medico in quanto una eventuale loro sottostima
potrebbe aggravarne la diagnosi, allungando i tempi di guarigione
completa.
Nelle tendinopatie di 2° grado si è passati dalla
immobilizzazione con gesso o tutore per 30 giorni all’uso
di tutori a rigidità variabile e adattabile alla
situazione clinica di ogni paziente al trattamento senza
tutore ma con buon controllo neuromuscolare.
Come abbiamo detto, abbiamo ristretto il campo delle tendinopatie
oggetto del nostro studio a quelle meno gravi, anche se
più frequenti soprattutto nell’ambito dell’attività
sportiva non agonistica; abbiamo pertanto selezionato 60
pazienti con tendinopatia di grado 1 e 2.
Il nostro obiettivo è stato di valutare la risposta
ad una terapia innovativa, basata su crioterapia controllata
e terapia medica generale con un complemento alimentare
a base di Alfa-Ketoglutarato di Ornitina (OKG), Metil-Solfonil-Metano
(MSM), L-Lisina, Vitamina C, Biotina, Glucosamina-Solfato
e Condroitin-Solfato (Eutend), la cui ampia letteratura
scientifica ha evidenziato come essi, per via della loro
spiccata attività sinergica, siano particolarmente
efficaci nel mantenere la funzionalità dei tendini,
in particolare in soggetti con carenze nutrizionali o sotto
sforzo fisico. Il razionale di questa scelta scaturisce
da studi riportati nella letteratura internazionale che
confermano l’importanza di questi microelementi nel
prevenire, mitigare, trattare i danni tendinei provocati
dall’attività muscolare; infatti, i tendini
sono strutture facilmente vulnerabili agli insulti traumatici
o microtraumatici in particolare quando l’organismo
è carente di questi microelementi nutrizionali essenziali
per il buon funzionamento e la conservazione del tendine
stesso, come nel caso di sovraccarico funzionale negli sportivi.

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Materiali e metodi
Lo studio ha previsto il reclutamento di 60 pazienti con
tendinopatia al ginocchio di grado 1° e 2° trattati
per un periodo di 2 mesi con Eutend e meloxicam per os;
tutti i pazienti erano soggetti giovani praticanti sport
con tendinopatia recente di ginocchio. I pazienti erano
così divisi (tab. 2): 35 erano uomini, 25 donne,
l’età media era di 30 anni (min. 20, max 40)
dei quali 20 praticanti calcio, 16 pallavolo, 6 rugby, 10
sci, 2 pallacanestro e 6 ginnastica.
Il tipo di trattamento è stato conseguente ai sintomi,
che hanno portato i pazienti a chiedere una terapia che
potesse portarli ad una rapida attenuazione della sintomatologia
dolorosa. Nelle tendinopatie di 1° grado (40 pazienti)
il trattamento ortopedico è consistito in un semplice
bendaggio protettivo; per quanto riguarda la motilità
abbiamo previsto un riposo controllato con movimento attivo
concesso solo per movimenti di flesso-estensione del ginocchio
con controllo delle rotazioni, una corsa lineare piana leggera
solo se in assenza di dolore e abbiamo associato infine,
un programma di ginnastica medica ed elettroterapia.
Nelle tendinopatie di 2° grado (20 pazienti) abbiamo
impiegato un trattamento ortopedico con tutore in neoprene
con stecche morbide più tollerato dai pazienti; inoltre,
abbiamo previsto esercizi di ginnastica in scarico con movimenti
di flesso-estensione e una deambulazione corretta con controllo
del passo e della postura. Abbiamo vietato ai pazienti le
rotazioni e gli esercizi di carico articolare in valgo per
15 giorni al fine di evitare possibili allentamenti delle
strutture capsulo-legamentose con conseguente lassità
residua a distanza.
Lo schema farmaco-terapeutico utilizzato nei 60 pazienti
prevedeva la suddivisione riportata in tab. 3.
Per avere un criterio valutativo corretto per questo trattamento
sostanzialmente coadiuvante, abbiamo pensato a criteri soggettivi
ed oggettivi clinici e a valutazioni strumentali. I dati
clinici soggettivi (tab. 4) sono stati: la quantificazione
del dolore secondo una scala di valutazione del sollievo
dal dolore a 4 punti (0=nullo; 1=scarso; 2=moderato; 3=totale)
e del recupero della funzionalità articolare valutato
mediante scala a 3 punti (0=nullo; 1=parziale; 2=totale).
I parametri clinici oggettivi utilizzati (tab. 5) sono stati
la dolorabilità, la tumefazione articolare, la presenza
di versamento articolare, i difetti di articolarità,
la persistenza di echimosi più o meno importanti
e la presenza di positività dello stress in valgo.
La valutazione strumentale di controllo della ripresa articolare
(tab. 6) si è basata sulla radiografia in stress
a 7 e 30 giorni dall’inizio del trattamento, sul test
di forza in estensione con controllo grafico a 30 giorni
e sulla misurazione circonferenziale del trofismo muscolare
a 7 e 30 giorni.
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Risultati
Al momento dell’arruolamento nello studio, la nostra
valutazione delle ginocchia dei pazienti ha manifestato
le seguenti caratteristiche:
• dolore costante, presente a riposo e che aumentava
con i movimenti anche semplici di flesso-estensione;
• deficit di estensione, per contrattura secondaria
dei flessori mediali, per postura antalgica e per la presenza
di liquido endoarticolare;
• tumefazione e soffusione emorragica in sede mediale,
più o meno importante, da stravaso ematico e da conseguente
ematoma; solo nel 20% dei casi si trattava di echimosi;
• deambulazione difficoltosa con zoppia da deficit
di estensione e da postura neuro-motoria di difesa;
• presenza di processo infiammatorio endoarticolare
di intensità variabile a seconda della gravità
della tendinopatia.
Il 20% dei pazienti manifestava dolorabilità alla
palpazione delle ginocchia sul decorso del tendine del semimembranoso,
il 40% sul decorso del tendine del bicipite femorale e il
restante 40% sul decorso del tendine del grande adduttore.
Al dolore pressorio sul legamento, nel 30% dei casi si associava
la presenza di dolorabilità a tutto il guscio capsulare
postero-mediale, da interessamento del POL e della guaina
dei flessori mediali.
L’arco motorio delle ginocchia presentava una limitazione
costante degli ultimi gradi dell’estensione variabile
tra i 5 e i 15°.
Il test di stabilità del ginocchio mostrava una lieve
positività del test di stress in valgo con minimo
(+---) ad un massimo (++--). Il test in stress radiografico,
era negativo in 53 casi, minimamente positivo in 7 casi.
Nei pazienti in trattamento con Eutend si è riscontrata
una evidente riduzione della sintomatologia soggettiva e
oggettiva già a partire dalla seconda settimana di
trattamento sebbene la pressione sul comparto mediale causasse
ancora un lieve disturbo e lo stress in valgo fosse leggermente
fastidioso. Nelle tendinopatie di 2° grado il recupero
completo dell’articolarità avveniva a 10 gg.,
mentre la digitopressione sul comparto anteriore diventava
negativa a 20 gg. e lo stress in valgo diventava negativo
a 25 gg.
Sotto controllo fisioterapico la postura e la deambulazione
diventavano corrette mediamente in 10-15 gg; la corsa lineare,
piana sottomassimale, è stata testata dopo 10 giorni
nelle tendinopatie di 1° grado e dopo 20 giorni in quelle
di 2° grado.
I test radiografici a 7 e 30 gg. non hanno dato risposte
interessanti sia nelle proiezioni standard che dinamiche
e i dati muscolari grafici hanno mostrato una modesta variazione
in crescita a 8-10 gg. non significativa; la misurazione
del trofismo muscolare è sempre stata nel range di
normalità.
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Discussione e conclusioni
Il trattamento ortopedico elettivo per le tendinopatie del
ginocchio è sempre stato quello chirurgico; al giorno
d’oggi, grazie alla continua evoluzione della ricerca
in campo farmacologico e ortopedico, si assiste all’impiego
di trattamenti non invasivi, in particolare per le tendinopatie
di 1° e 2°, quali l’utilizzo di farmaci e
di esercizi fisici e riabilitativi per l’atteggiamento
posturale e per il recupero completo della funzione muscolare.
Il trattamento innovativo con Eutend, attuato in questo
lavoro, ha dato ottimi risultati nel 100% dei casi. Dopo
soli 25 gg. nelle lesioni di 1° grado, dopo 45 gg. in
quelle di 2° (Fig. 1), tutti gli atleti sono tornati
alla loro attività sportiva.
Tutti i test soggettivi ed oggettivi hanno confermato la
guarigione completa. Il meccanismo di guarigione è
stato migliorato dall’efficacia del trattamento medico
e dal mantenimento corretto della funzione articolare. La
clinica ci ha mostrato un rapido riassorbimento dell’echimosi
perilesionale ed una diminuzione della soffusione e della
tumefazione peri ed endo-articolare.
La nostra esperienza ha riscontrato una riduzione del sintomo
dolore nei casi trattati con Eutend (Fig. 2) ed un significativo
recupero della funzionalità articolare (Fig.) rispetto
alle terapie tradizionali con anticipo di circa 8-10 gg.
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Bibliografia essenziale
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