Giocare con il volano
…alle Olimpiadi: il Badminton

A. Gianfelici



Approccio semeiologico, strumentale e riabilitativo
al tennista con lesione
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L. Pagano, R. Biondi

La parola al radiologo
Ossicalcificazioni intramuscolari circoscritte (OICPT) da traumi sportivi acuti

F. Rossi

La parola al radiologo
Il gomito del tennista

S. Dragoni, V. Candela

Trattamento della lesione
del legamento crociato anteriore (LCA) in giocatori
di basket con Ligatender

Ferdinando Priano

Trattamento della tendinopatia dell’achilleo con Ligatender, integratore alimentare
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Umberto Zoppi

Tendinite cronica del tibiale posteriore negli sportivi: terapia fisica in confronto
al trattamento con un nuovo integratore di micronutrienti essenziali

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Ruolo della terapia combinata in soggetti con compromissione del comparto articolare della caviglia e del tendine di Achille
Umberto Zoppi

XVIII Congresso Internazionale
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La cartilagine del ginocchio: strategie di cura nei pazienti sportivi dal trauma all’artrosi



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Anno 9 - Numero 1 - 2009
IL MEDICO SPORTIVO
Periodico di aggiornamento scientifico e
professionale

Giocare con il volano …alle Olimpiadi:
il Badminton

A. Gianfelici
Medico Federale, Federazione Italiana Badminton.
Dipartimento di Scienza dello Sport, Istituto di Medicina e Scienza dello Sport, CONI.

Giocare (v.v.tr.) = Applicarsi ad attività piacevoli per divertimento, ma anche: esercitare le proprie capacità fisiche e intellettive in ambito sportivo. Vi ricordate da bambini quando giocavate anziché alla Playstation con quella specie di mezza pallina con le piume (vere o finte) e quelle leggere racchette? Giocavate a badminton (forse senza saperlo).
Oggi il Badminton, che ha radici antichissime - circa 2000 anni fa il gioco di racchetta e volano era praticato, oltre che in Cina, anche in India e in Grecia - è l’erede dello sport arrivato in Europa attorno al 1870, sbarcato in Inghilterra importato dai soldati inglesi impegnati in India ed è una disciplina olimpica. Agli ultimi Giochi Olimpici di Pechino, le nazioni dell’est asiatico hanno fatto man bassa di medaglie, ma l’Italia è riuscita, per la prima volta, ad essere presente in questa occasione, grazie all’impegno di Agnese Allegrini.
Il campo di gioco regolare è di superficie sintetica delle dimensioni di 13,4 x 6,1 m, con una rete centrale di 1,5 m di altezza. Le partite si giocano al coperto, in singolo, in doppio che può essere anche misto. Il match si svolge al meglio dei tre giochi, salvo diversamente stabilito e vince chi arriva per primo a 21 punti. Nel corso del 2006, si è avuta una variazione dell’assegnazione dei punti, passando dal sistema del cambio palla a quello chiamato “rally system point”.


L’impegno biomeccanico e fisiologico colloca il badminton tra quelle discipline definite aerobico-anaerobico alternate, con percentuale di massa muscolare impegnata elevata e forza muscolare distrettuale richiesta discreta. Mentre dal punto di vista cardiologico, esso è classificato come un’attività sportiva con impegno cardiocircolatorio medio elevato, caratterizzata da rapidi e numerosi incrementi, anche massimali, della frequenza e della gettata cardiaca.
Difatti le azioni di gioco sono caratterizzate da scambi di bassa durata a moderata ed alta intensità, intervallati da periodi di recupero. Seppure le modifiche del sistema di punteggio hanno modificato sensibilmente i tempi di recupero le ricerche effettuate alcuni anni fa, per mezzo della analisi video, verificarono che la durata di ogni set era di 22,1+2,5 min, con un tempo effettivo di gioco di 10,6 +2 min ed una durata media degli scambi di 7,4 +1,2 sec, con fasi di recupero 17,0+2 sec.
Seppure la diffusione del badminton nel mondo è larghissima, gli studi che ne investigano le caratteristiche non sono numerosi. Tuttavia tutti concordano sui risultati ottenuti nello studio delle caratteristiche fisiologiche misurate durante tornei simulati o in competizioni reali.



Nella tabella I vengono riportati i valori medi, la deviazione standard ed il range della FC registrata durante competizione o torneo simulato. Risultati concordi si hanno anche per quanto riguarda il consumo di Ossigeno (V’O2) misurato direttamente con il metabolimetro durante competizione: 39.6 + 5.7 mlO2*kg-1*min-1 che rappresenta il 73.3% del V’O2 massimo (V’O2max) per gli atleti del lavoro di Faude e valori pari all’82 + 4.2 % del V’O2max per quelli di Faccini, con un range che va dal 68 al 92 %.
Lo studio della concentrazione del lattato ematico è una delle variabili di maggiore importanza per lo studio del metabolismo energetico e dalla quale si ottiene energia per un’attività fisica di tipo aerobico-anaerobico alternato, come il caso del badminton. La valutazione della concentrazione di lattato ematico durante una gara di badminton è limitato ai momenti di recupero che sono stabiliti dal regolamento di gioco; gli studi realizzati durante le competizioni mostrano nella maggior parte dei casi che i valori di lattatemia non superano le 5 millimoli/litro (mM).
I volanisti (atleti di badminton) non hanno le caratteristiche fisiologiche dei maratoneti, ma piuttosto simili a quelle di altri atleti di discipline aerobico - anaerobico alternate. Per quanto riguarda la resistenza, seguendo la classificazione di Navarro, nel badminton sono necessarie:

- Resistenza generale: le azioni di gioco del badminton implicano più di un sesto di tutta la muscolatura scheletrica per l’utilizzazione di grandi gruppi muscolari.
In relazione alla specificità del gesto sportivo:
- Resistenza di tipo aciclico: è quella che permette di creare la base per un ampio allenamento della tecnica e della tattica, migliorando la capacità di recupero durante le fasi di bassa intensità competitiva.
- Resistenza specifica: Per sopportare le richieste energetiche del carico proprio della azione competitiva del badminton, in relazione al modo di ottenere l’energia muscolare.
- Resistenza aerobica: come supporto agli sforzi di breve durata con recupero parziale, specie tra un match e l’altro negli intervalli che arrivano fino ad un’ora. Fondamentale, nella considerazione della potenza aerobica necessaria per mantenere elevati livelli di intensità per tutta la durata della gara.
- Resistenza anaerobica: Fondamentalmente di tipo alattacido, dovuto al fatto che il 90 % delle azioni non superano i 12 secondi di durata.
In alcuni studi realizzati su atleti danesi di massimo livello internazionale, si rileva l’importanza dell’allenamento della forza del compartimento inferiore per rispondere alle esigenze muscolari dei ripetuti e rapidi spostamenti, cosi come sull’efficienza di una corretta catena cinetica per effettuare il colpo. Per quanto riguarda la velocità, il badminton è uno sport “open skills” dove c’è grande incertezza nel gioco, dovuta a fattori come l’avversario, i movimenti e le condizioni ambientali, che causano azioni di carattere aciclico e una necessità fisico-tecnico-tattica molto elevata. Una caratteristica per il rendimento è la velocità massima di destabilizzazione globale e segmentaria cosi come la capacità di forza esplosiva degli arti inferiori e quelli superiori, con manifestazioni in regime di contrazione esplosivo-reattivo balistico. La valutazione delle capacità attentive, quelle di anticipazione motoria nonché i tempi per l’azione semplice e complessa, in relazione ad uno stimolo esterno sono tutte ottime vie di indagine funzionale.

Agnese Allegrini, prima atleta italiana a qualificarsi alle olimpiadi.

Giovanni Graco e Pierluigi Musiari della Nazionale Juniores.


Nella Tabella II, si riportano i valori V’O2max, espressi in ml/kg/min, presenti nella letteratura scientifica internazionale e misurati con un test diretto, massimale, incrementale al treadmill. Si può notare come i dati siano molto concordi nei diversi Autori per quanto riguarda le donne (D), mentre nel caso degli uomini (U) a valori di circa 60 ml/kg/min di Faude e Carlson si contrappone quello di Hughes che riporta “solo” 51,5 ml/kg/min. Il confronto con i dati di altri sport similari, d’altronde conferma che negli atleti di badminton la potenza aerobica avrebbe dovuto proprio essere nel range di valori indicati. In ordine ai dati menzionati, nella stessa tabella sono riportati i valori di V’O2max misurati, nel caso della nostra Federazione con la collaborazione con l’Istituto di Medicina e Scienza dello Sport del CONI. La collaborazione ci ha permesso di sviluppare ed applicare una valutazione diretta del V’O2max, mediante un test da campo, ottimo modo per conciliare gli aspetti scientifici con quelli tecnici. Sulla base di quanto già fatto da Wonisch, il test consiste nel correre, partendo ad un segnale dal birillo centrale della Figura 1, verso un altro birillo posto sul lato destro a 3 metri, tornare al centro, al nuovo segnale verso un birillo posto a sinistra a 3 metri e tornare al centro. Il terzo movimento è verso il birillo posteriore, posizionato a 3 metri, al nuovo segnale. La velocità è determinata dalla frequenza dei segnali che incrementa di un segnale al minuto; il test viene effettuato fino all’esaurimento.



Conclusioni
Seppure di larghissima diffusione, specialmente nei paesi dell’Asia e del Nord Europa, la letteratura scientifica circa il badminton è assai povera. Per quanto riguarda quanto emerso dai dati pubblicati nonché da quelli ottenuti nelle nostre misurazioni, gli atleti di badminton debbono possedere le caratteristiche tipiche di quegli atleti che praticano pallavolo, pallacanestro, tennis. Tuttavia i valori di potenza aerobica li pongono ai vertici tra queste stesse categorie. Al momento, il diverso sistema di punteggio, non pare abbia modificato le richieste energetiche tanto da modificare le caratteristiche fisiologiche dei nostri attuali atleti, rispetto ai precedenti. Saranno necessari ulteriori studi per valutare se le modifiche di attribuzione del punteggio porteranno a variazione delle caratteristiche fisiologiche e degli adattamenti organici.
Esistono poi ancora tantissimi aspetti da valutare, come per esempio differenti caratteristiche di programmi d’allenamento nonché valutazioni dei livelli di potenza muscolare. Abbiamo, infatti, notato proprio la scarsezza di informazioni in letteratura sulle caratteristiche di potenza muscolare e di velocità, per finire a valutazioni sulle capacità di anticipazione. La stessa Federazione italiana ha già avviato un programma di valutazioni seriate per il monitoraggio di alcuni parametri, si sta valutando anche un approccio biomeccanico di valutazione degli angoli di lavoro, in diverse condizioni, direttamente sul campo di gioco.
Prendendo spunto da quanto proposto da altre Federazioni nazionali, come quella australiana, molte attenzioni devono essere rivolte agli atleti di oggi senza trascurare la ricerca per migliorare gli atleti di domani. La sempre attenta ricerca del talento nasce e cresce bene se passa attraverso la continua ricerca sul campo. A conclusione di questa presentazione si vuole semplicemente enfatizzare la piacevolezza di questo sport, che si intuisce appena ci si avvicina e si rimane colpiti dalla genuinità di tutti quelli che lo praticano.

Per approfondimenti

1) http://www.jb-badminton.com
2) http://www.badminton-italia.com
3) Faina, Dal Monte. Valutazione dell’atleta. Torino: UTET, 1999
4) AA VV. Protocolli cardiologici per il giudizio di idoneità allo sport agonistico. Roma: CESI, 2003.
5) Cabello D, Tobar H, Puga E, et al. Determinacion del metabolismo energético en badminton. Archivos de Medicina del Deporte, 1997; 62: 469-75.
6) Faude O, Meyer T, Rosemberg F et al. Physiological characteristics of badminton match play. Eur J Appl Physiol 2007; Jul; 100(4):479-85.
7) Cabello Manrique D, Gonzalez-Badillo JJ. Analysis of the characteristics of competitive badminton Br J Sports Med 2003; 37: 62-66.
8) Faccini P, Dal Monte A. Physiological demands of badminton match play. Am J Sports Med, 1996; 24, 6: 64-66
9) Alvero JR. Valoracion telemetrica de la frequencia cardiaca. Estudio de campo en jovenes deportivas de elite de badminton. III Jornadas de Iniciacion al Badminton, 1995; jul.
10) Hughes MG. Physiological demands of training elite badminton players. In: Reilly T, Hughes M, Lees A, eds. Science and rackets sports. London: E & FN Spon, 1995.
11) Carlson J, Tyrrell J, Naughton G, et al. Physiological responsesduring badminton games by elite Australian players. Badminton Sidelines. 1985; 13:17-20.
12) Ghosh AK, Goswani A, Ahuja A. Evaluation of a sport specific training programme in badminton players. Indian J Med Res. 1993;98:232-237.
13) Dias R, Ghosh AK Physiological evaluation of specific training in badminton. In: Reilly T, Hughes M, Lees A, eds. Science and rackets sports. London: E & FN Spon, 1995.
14) Navarro F. Metodologia del entrenamento para el desarrollo de la resistencia. Master Alto rendimento deportivo. Madrid, COE, 1996.
15) Faina M, Dell’Acqua M, Gianfelici A, Mirri GB, Besi M, Mondoni M, Galvani C. Assessment of lower limbs’ muscles explosive power: differences between jump test vs push test. European College of Sport Science, Book of abstracts, 312, Lausanne, Switzerland, 2006
16) Wonisch M, Hofmann P, Schwaberger G, vonDuvillard SP et Klein W. Validation of a field test for the non-invasive determination of badminton specific aerobic performance. Br J Sports Med 2003;37:115-118.
17) Chin MK, Wong AS, So RCH et al. Sport specific fitness testing of elite badminton players. Br J Sports Med 1195;29:153-7.
18) Gianfelici A, Morandini C. Il badminton. Med Sport 2007; 60:605-610

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