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Anno 9 - Numero 1 - 2009
IL MEDICO SPORTIVO
Periodico di aggiornamento scientifico e
professionale

Trattamento della tendinopatia
dell’achilleo con Ligatender,integratore alimentare di micronutrienti essenziali

Umberto Zoppi
Specialista in Ortopedia e Traumatologia e Medicina Fisica e Riabilitazione, Giulianova (TE)

Introduzione
La tendinopatia dell’achilleo è una patologie prevalentemente e potenzialmente invalidante tipica degli atleti, siano essi professionisti che amatoriali.
Si tratta di una affezione degenerativa non infiammatoria a cui la maggior parte dei pazienti risponde al trattamento conservativo quando viene diagnosticata precocemente.
Nelle ultime tre decadi l’incidenza delle patologie da overuse nello sport è incrementata notevolmente non solo per l’aumento della popolazione attiva che partecipa a competizioni sportive e ricreative ma anche per una maggiore durata e intensità degli allenamenti.
Infatti, l’eccessivo sovraccarico del tendine di Achille è responsabile del principale stimolo patologico che porta alla tendinopatia; in uno studio su oltre 450 atleti professionisti in sport in cui predominava la corsa veloce e l’allenamento intensivo, il 53% manifestava tendinopatia dell’achilleo.
In linea generale, quindi, questa tendinopatia insorge in atleti sottoposti a prolungati e ripetuti sforzi e overuse ma anche in situazioni legate alla tecnica ed alla attrezzatura utilizzata; ad esempio, una lunga marcia effettuata su terreno irregolare e con calzature inadeguate, può provocare un dolore continuo ad insorgenza improvvisa o graduale nel corso dell’attività sportiva.
Durante gli allenamenti, un cambiamento improvviso del ritmo può essere la causa ultima che determina la comparsa del dolore, in genere unilaterale, localizzato sulla porzione media del tendine o sulla sua inserzione calcaneare.
Da quanto riportato in letteratura e dall’osservazione clinica emerge che le cause di questa tendinopatia sono diverse e possono essere ascritte a stress da overuse, scarsa vascolarizzazione, perdita o ridotta elasticità muscolare, fattori endocrini e metabolici, senza dimenticare possibili cause genetiche o ereditarie.
In ogni caso, quello che sembra essere accertato è il ruolo dell’eccessivo carico di lavoro sul tendine, che risponde all’eccesso di sollecitazioni deteriorandosi.
Un altro fattore predisponente e causante la tendinopatia è rappresentato dai microtraumi ripetuti, situazioni molto frequenti negli sportivi professionisti e amatoriali, soprattutto corridori, baskettisti, calciatori.
I microtraumi, infatti, possono dare continue sollecitazioni non uniformi, forze incostanti e improvvise che, insieme, stimolano in maniera anormale e disordinata il tendine di Achille contribuendo alla sua degenerazione e perdita di efficienza.
In sintesi le cause della tendinopatia dell’achilleo possono essere suddivise in generali e strettamente biomeccaniche, queste ultime tipiche dell’attività sportiva/fisica eccessiva. (Tabella 1)
Vascolarizzazione tendinea, disfunzioni muscolari, età, sesso, peso ed altezza corporei, instabilità articolare, scarsa tecnica atletica, precedenti traumi, equipaggiamento sportivo scadente, ecc., rappresentano tutti fattori intrinseci od estrinseci che possono causare una tendinopatia dell’achilleo. Tuttavia occorre considerare che se da una lato anche uno solo di questi fattori può contribuire alla patologia, spesso è la concomitanza di più fattori che contribuisce a determinare la gravità della tendinopatia.
Il trattamento delle tendinopatie è generalmente basato sulla gravità delle stesse; in una tendinopatia di stadio I - III viene consigliato il riposo, un trattamento conservativo costituito da terapia fisica, riabilitativa e ortesica e un trattamento farmacologico a base di FANS o analgesici per ridurre la sintomatologia dolorosa. Nelle patologie tendinee di stadio IV, in pratica in presenza di rottura del tendine, l’approccio è chirurgico.
Un altro fattore recentemente oggetto di valutazione è rappresentato dallo scarso apporto di micronutrienti essenziali; poiché il tendine di per se è scarsamente vascolarizzato, i micronutrienti essenziali (antiossidanti, aminoacidi, vitamine) dovrebbero essere costantemente assunti in particolare in caso di attività fisica continua ed da sforzo. Un ridotto apporto di tali micronutrienti sembra possa favorire il rallentamento della riparazione intrinseca dei tendini e dei legamenti.
Così come il muscolo anche il tendine reagisce agli stimoli esterni adattandosi e modificando le proprie caratteristiche. Il continuo processo di rinnovamento cellulare permette ai tendini di adattarsi gradualmente ai carichi di lavoro sia che questi aumentino (irrobustimento) sia che questi diminuiscano (indebolimento); tuttavia questo processo è abbastanza lento, e in ogni caso di gran lunga inferiore rispetto a quello muscolare. I tendini sono costituiti principalmente da collagene (fino all’85% del peso secco) che determina le proprietà meccaniche e fisiologiche di questo tessuto. Il collagene di tipo I è il predominante, e nella matrice extracellulare ci sono piccole quantità di elastina. Il processo fisiologico di riparazione tendinea necessita di un tempo prolungato e di un maggiore apporto di micronutrienti, motivo per il quale è stato osservato un benefico nella supplementazione di tali sostanze.
Sulla base di queste premesse, nello studio qui presentato, si è voluto valutare l’effetto della somministrazione di micronutrienti essenziali sulla tendinopatia cronica del tendine di Achille, una nuova strategia terapeutica per il suo trattamento rappresentata da Ligatender, un integratore di micronutrienti essenziali costituiti da ornitina-alfa-chetoglutarato (OKG), metil-sulfonil-metano (MSM), l-lisina, vitamina C, vitamina E, biotina, glucosamina e condroitin-solfato.
A tale scopo sono stati selezionati 20 giocatori di calcio con tendinopatia cronica lieve (stadio I) che presentavano dolore al movimento e a riposo.



Obiettivo
L’obiettivo dello studio è stato di verificare se il trattamento con Ligatender fosse in grado di migliorare le condizioni cliniche di pazienti con tendinopatia cronica dell’achilleo rispetto al tradizionale trattamento con FANS (ibuprofene).

Disegno dello studio
Il protocollo di questo studio clinico, randomizzato e controllato verso ibuprofene, prevedeva l’arruolamento di 20 pazienti giocatori di calcio con diagnosi clinica e strumentale (RMN) di tendinopatia di stadio I e II al tendine di Achille; i pazienti sono stati trattati per un periodo di 48 settimane, con supplementazione di micronutrienti essenziali (Ligatender) o con ibuprofene.

Metodi
I 20 pazienti sono stati randomizzati in due gruppi omogenei di
trattamento:
gruppo 1: trattamento con ibuprofene al dosaggio di 400 mg al giorno;
gruppo 2: trattamento con Ligatender al dosaggio di 2 bustine al giorno.
Tutti i pazienti selezionati sono stati valutati con scala analogico-visiva VAS (0-10 cm) per la sintomatologia dolorosa, con scala soggettiva a 3 punti (0= nullo; 1=parziale; 2=totale) per il recupero funzionale e consumo suppletivo di FANS/analgesici valutato come numero di giorni di assunzione nell’ultimo mese.



Risultati
Tutti i 20 pazienti sono stati seguiti per l’intero periodo di studio (48 settimane) con visite di controllo alla 6°, 12°e 48° settimana. Dopo 6 settimane di trattamento con Ligatender i valori medi della scala VAS, si sono ridotti da 6,92 a 4,10 mentre nel gruppo in terapia con FANS da 7 a 4,4, dimostrando una sovrapponibilità di efficacia tra i due trattamenti. (Fig. 1) Nelle due successive valutazioni di follow-up (12 e 48 settimana) nei pazienti del gruppo 2 è stata ottenuta una maggiore riduzione del dolore rispetto ai pazienti del gruppo 1, risultata statisticamente significativa tra gruppi e rispetto al basale. (Fig. 2) Un dato molto interessante è emerso dal confronto relativo al miglioramento della funzionalità articolare: nel gruppo 2, in trattamento con Ligatender, ad ogni follow-up, è stato osservato un significativo miglioramento della funzionalità articolare, miglioramento che si è mantenuto fino al termine dello studio. (Fig. 3)
Infine, il consumo di FANS si è ridotto in entrambi i gruppi ma con una riduzione maggiore nel gruppo 1. (Fig.4)
Dal punto di vista della tollerabilità, non sono stati osservati effetti collaterali di rilievo e nessun paziente è uscito dallo studio; solo nel gruppo 1, alcuni pazienti hanno riferito intolleranza gastrica, risolta con un trattamento on demand con gastroprotettori.

Discussione
I tendini sono robuste strutture fibrose costituiti da tessuto connettivo estremamente resistente che consentono di trasmettere, distribuire e graduare le sollecitazioni e le forze che le attività muscolari esercitano costantemente sull’apparato scheletrico. Tuttavia la resistenza e la robustezza del tendine possono essere compromesse in caso di overuse o di microtraumi ripetuti, così come in presenza di degenerazione tendinea dovuta all’età, ad uno scarso apporto di micronutrienti o a seguito di allenamenti fisici forzati o male gestiti. Nel caso del tendine di Achille, le tendinopatie insorgono con una certa frequenza, soprattutto negli atleti che si sottopongono ad allenamenti forzati e ripetuti, oppure negli sportivi amatoriali che non hanno una corretta preparazione del gesto atletico o che si servono di attrezzature sportive scadenti.
Il processo di riparazione tendinea, che si attiva in caso di degenerazione o lesione del tendine, è molto lento, per cui è necessario trattare la patologia tendinea con opportune terapie basate sul controllo del dolore, terapia conservativa, riposo o ortesi secondo la gravità della patologia.
Recenti acquisizioni scientifiche hanno permesso di osservare che il processo di riparazione intrinseca del tendine può essere favorito dalla supplementazione alimentare con aminoacidi essenziali, vitamine, antiossidanti.
Pertanto, in questo studio si è voluto valutare l’effetto della supplementazione di un integratore di micronutrienti appositamente selezionati per la loro attività a livello tendineo (Ligatender) rispetto ad un trattamento tradizionale con un FANS (ibuprofene) in soggetti con tendinopatia cronica dell’achilleo di gravità lieve-moderata (stadio I-II). I risultati confermano le aspettative dello studio: in entrambi i gruppi di studio si è ottenuto un miglioramento della sintomatologia dolorosa ed un recupero della funzione articolare. Tuttavia nei pazienti in trattamento con Ligatender (gruppo 2) tali risultati sono stati significativamente superiori rispetto al trattamento con FANS; questi dati confermano, quindi, che la supplementazione a lungo termine di micronutrienti essenziali può rappresentare un valido approccio alla tendinopatia cronica dell’achilleo, anche associata a terapia conservativa o farmacologica analgesica.



Conclusioni
I dati presentati in questo studio condotto in una piccola coorte di pazienti affetti da tendinopatia cronica sintomatica dell’achilleo, hanno dimostrato che Ligatender presenta un buon profilo di efficacia e sicurezza, proponendosi, quindi, quale trattamento alternativo clinicamente rilevante in questa patologia tendinea. ■

Bibliografia
1) D’Avola G, Un nuovo approccio terapeutico nel trattamento delle lesioni tendinee e legamentose di spalla di sportivi. Osteoartrosi.it 2007; 2: 2-5.
2) Guelfi M, Una nuova opportunità terapeutica nella patologia da sovraccarico funzionale del ginocchio. Il Medico Sportivo 2007; 2: 25.
3) Kader D et al., Achilles tendinopathy: some aspects of basic science and clinical management. Br J Sports Med 2002; 36: 239-249.
4) Maffulli N et al., Tendinopathy of tendo achillis. J Bone Joint Surg [Br] 2002; 84-B: 1-8.
5) Perry J. Achilles tendon anatomy. Foot and Ankle Clinics 1997; 2: 363-370.
6) Rolf C et al., Etiology, histopathology, and outcome of surgery in achillodynia. Foot Ankle Int 1997; 18: 565-569.
7) Selvanetti A et al., Overuse tendon injuries: basic science and classification. Operative Techniques in Sports Medicine 1997; 5:110-117.

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