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Ruolo della terapia combinata in soggetti con compromissione del comparto articolare della caviglia e del tendine di Achille
Umberto Zoppi

XVIII Congresso Internazionale
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Anno 9 - Numero 1 - 2009
IL MEDICO SPORTIVO
Periodico di aggiornamento scientifico e
professionale

Ruolo della terapia combinata in soggetti con compromissione del comparto articolare della caviglia e del tendine di Achille

Umberto Zoppi
Specialista in Ortopedia e Traumatologia e Medicina Fisica e Riabilitazione, Giulianova (TE)

Introduzione
L’articolazione della caviglia è una delle più complesse del nostro organismo ed è sede di frequenti patologie che ne compromettono la funzionalità, quali l’artrosi o il danno articolare dovuto a traumi sportivi o a sovraccarico funzionale.
La maggior parte delle lesioni articolari alla caviglia sono frequentemente associate a danneggiamento dei tendini e legamenti tanto che le lesioni capsulo-tendinee o capsulo-legamentose alla caviglia possono evolvere in una instabilità cronica che nel tempo può favorire l’insorgere dell'artrosi. La compromissione articolare è spesso associata ad una tendinopatia dell’achilleo e può essere dovuta o al fisiologico invecchiamento articolare e tendineo oppure, molto più di frequente e soprattutto negli sportivi, in seguito a traumi e/o a sovraccarico funzionale.
Infatti, l’articolazione della caviglia, è estremamente sollecitata durante l’attività sportiva, in particolare negli sport di salto, come pallacanestro, calcio, pallavolo, atletica leggera, ginnastica, durante i quali le ricadute dall'alto, i contatti con gli avversari, gli arresti improvvisi su terreni veloci o l'appoggio a terra scorretto durante la corsa , possono rappresentare situazioni a forte rischio di infortunio.
Un ruolo importante nello scatenare danni al comparto articolare della caviglia è rappresentato dal fatto che molto spesso gli atleti, soprattutto amatoriali, non effettuano una fase di riscaldamento prima di incominciare l’attività sportiva; tale mancato riscaldamento costituisce una delle più frequenti concause nell’insorgere di traumi alla caviglia sia muscolari che tendinei.
I danni articolari provocano dolore e gonfiore immediati e coinvolgono diverse componenti dell'articolazione quali muscoli, tendini, legamenti, capsula articolare che, essendo coinvolte nel loro insieme sia nel movimento che nella stabilizzazione e protezione dell’articolazione, in caso di trauma subiscono lesioni che vanno dallo stiramento alla rottura.
In situazioni di danno al comparto articolare della caviglia la terapia può essere "conservativa" o chirurgica, a seconda delle condizioni e dell'età del paziente, o farmacologica sia con l’utilizzo di terapia antinfiammatoria che con la viscosupplementazione con acido ialuronico iniettato per via intrarticolare.
Sulla base delle evidenze cliniche, i migliori risultati nel trattamento non chirurgico di queste affezioni, potrebbero essere ottenuti con una combinazione di trattamento conservativo (consistente in un ciclo di 10 sedute di elettroterapia analgesica e tre sedute di onde d’urto) combinato a terapia infiltrativa intrarticolare e nutrizionale.

Obiettivo dello studio
Allo scopo di verificare tale ipotesi, è stato condotto uno studio in aperto per verificare l’effetto del trattamento combinato (trattamento conservativo associato a infiltrazioni intrarticolari di acido ialuronico e supplementazione con micronutrienti essenziali) rispetto alla sola terapia conservativa o alla terapia combinata ma senza supplementazione di micronutrienti. Per la supplementazione è stato utilizzato Ligatender, un integratore alimentare specifico per le patologie tendinee in quanto a base di micronutrienti essenziali che la letteratura internazionale indica come utili nel ripristino della funzionalità di tendini e legamenti (Metil-sulfonil-metano (MSM), Ornitina-alfa-chetoglu­tarato (OKG), Lisina, Condroitinsolfato, Glucosamina, Vitamina C, Vitamina E, Biotina) mentre per la terapia infiltrativa intrarticolare è stato utilizzato un acido ialuronico con PM compreso tra 800 e 1200 KDa (medio di 1000 KDa) e concentrazione pari all’1,6% (siringhe preriempite monouso contenenti 32,0 mg di acido ialuronico sale sodico in 2 ml).

Pazienti e metodi
Alla visita iniziale 42 soggetti sportivi amatoriali di sesso maschile, di età media 35 anni (min 25 - max 45 anni) sono stati sottoposti a diagnosi strumentale mediante ecografia e risonanza magnetica (RMN) che in 36 pazienti mostrava segni di infiammazione articolare alla caviglia e parziale sofferenza al tendine achilleo; dallo studio sono stati esclusi 6 pazienti che evidenziavano al controllo strumentale lacerazioni strutturali del tendine e/o artrosi di grado 3-4 secondo Kellgren-Lawrence.
Pertanto sono stati arruolati 36 pazienti che presentavano sintomatologia dolorosa e a cui è stata diagnosticata una infiammazione articolare complicata da tendinite dell’achilleo. Tutti i pazienti sono stati trattati per un periodo di 30 giorni e suddivisi in tre gruppi omogenei di trattamento secondo lo schema riportato in tabella 1.
Per la valutazione dei risultati è stata utilizzata la scala VAS (0-10 cm) per la sintomatologia dolorosa; inoltre alla visita finale, ai pazienti è stato chiesto di rispondere ad un questionario nel quale si richiedeva di specificare il tempo trascorso prima di riprendere l'attività sportiva in base alla seguente scala di valutazione che prevedeva il seguente punteggio: 1=ottimo; 2=buono; 3=mediocre; 4=pessimo, dove “ottimo” era la completa ripresa sportiva e “pessimo” il mancato beneficio del trattamento.

Risultati
Dall’analisi dei dati raccolti è emerso che in tutti e tre i gruppi si è osservato un miglioramento sintomatologico ma con differenze tra i gruppi in studio. Nei pazienti del Gruppo A (Terapia conservativa + infiltrazione i.a. con AI 1,6% + Ligatender) è stato infatti osservato un più rapido e significativo sollievo dal dolore rispetto ai gruppi B e C (Figura 1). Inoltre, al termine dello studio, la percentuale di pazienti che hanno ottenuto un punteggio ottimo + buono relativo alla ripresa dell’attività sportiva è risultata significativamente maggiore per i pazienti del Gruppo A rispetto a quelli dei Gruppi B e C, e per i pazienti del Gruppo B rispetto a quelli del Gruppo C. (Figura 2)
Dal punto di vista della tollerabilità in nessuno dei 36 pazienti trattati si sono manifestati effetti collaterali di rilievo.



Discussione
I soggetti che praticano attività sportiva, siano essi professionisti che amatoriali, possono incorrere in manifestazioni dolorose che interessano il comparto articolare della caviglia e il tendine di Achille, tanto è vero che tali affezioni rappresentano una frequente causa di interruzione dell’attività sportiva.
Tra le cause scatenanti gli infortuni giocano un ruolo importante la scarsa condizione fisica dell’atleta, le condizioni in cui viene effettuato il gesto atletico, eventuali contatti di gioco; non bisogna tuttavia dimenticare che anche la degenerazione delle strutture tendinee e legamentose, dovuta a sovraccarico, overuse o all’invecchaimento, contribuisce alla comparsa di questa affezione articolare che, se non adeguatamente trattata, può favorire l’insorgere dell’artrosi.
Il trattamento non chirurgico del danno al comparto articolare della caviglia e del tendine di Achille consiste, in prima istanza, nel trattamento conservativo e nell’adozione di terapie antinfiammatorie o viscosupplettive, alle quali, recentemente, viene associato un approccio suppletivo con micronutrienti essenziali quali aminoacidi, vitamine ecc. di cui è stato dimostrato un ruolo nel favorire e accelerare il processo di guarigione tendineo e legamentoso.
Nello studio qui presentato, sono stati trattati pazienti sportivi con danno articolare e tendineo alla caviglia secondo un approccio innovativo, rappresentato da terapia conservativa, acido ialuronico per via intrarticolare e supplementazione con un integratore alimentare a base di micronutrineti essenziali in grado di favorire il recupero intrinseco del tendine di Achille.
I risultati dello studio sembrano confermare che tale approccio terapeutico sia in grado di garantire un migliore sollievo dal dolore ed un più precoce recupero funzionale rispetto agli approcci tradizionali che non prevedono la supplementazione con micronutrienti.

Conclusioni

L’evidente riduzione della sintomatologia dolorosa e la maggiore percentuale di pazienti che hanno ottenuto un ottimale beneficio in termini di ripresa dell’attività sportiva ottenuta nei pazienti del Gruppo A, conferma il ruolo di Ligatender nel ridurre e favorire precocemente la riparazione e guarigione delle lesioni tendinee.
Tali evidenze hanno consentito agli Autori di concludere che nei pazienti con compromissione all’articolazione della caviglia e tendinite dell’achilleo di grado lieve-moderato, il trattamento costituito da terapia conservativa in combinazione con AI 1,6% al regime di 1 infiltrazione intrarticolare alla settimana per 3 settimane e Ligatender al dosaggio giornaliero di 1 bustina da 3,5 g, può rappresentare l’approccio terapeutico di scelta per favorire una più rapida remissione del dolore e ripresa dell’attività sportiva. ■

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