LA PAROLA AL RADIOLOGO.
LA RADIOLOGIA E LO SPORT DELLA BICICLETTA
C. Faletti
A cura della sezione
Radiologia muscolo-scheletrica della SIRM (Società
Italiana Radiologia Medica)
Tra gli ambiti di impegno
scientifico da parte della Sezione di “Radiologia
muscolo-scheletrica” della S.I.R.M. (Società
Italiana di Radiologia Medica) la Medicina dello sport occupa
una posizione di primo piano. Il numero crescente dei praticanti
attività sportive, particolarmente amatoriali, e
la sempre maggiore spinta verso prestazioni a maggiore performance
ha nel tempo condizionato l’incremento degli episodi
di lesione da sport. Al tempo stesso, il Medico dello sport
ha sviluppato l’esigenza di una diagnostica strumentale
che gli consente una conferma diagnostica sempre più
tempestiva, un monitoraggio affidabile della lesione, ed
anche un riscontro oggettivo ai fini medico-legali. Tutto
ciò ha generato dapprima l’interesse e poi
l’impegno culturale della Radiologia muscolo-scheletrica
per la Patologia da sport. Il Radiologo “dedicato”
alla Medicina dello sport deve conoscere la correlazione
tra tipo di danno e gesto atletico o specialità sportiva,
i tempi di recupero della lesione, le influenze della terapia,
affinché il dialogo professionale con il Medico dello
sport, con l’Ortopedico, con il Fisiatra o con il
Reumatologo siano i più utili per la salute del paziente-sportivo.
La finalità dell’inserto “La parola al
Radiologo” è quindi duplice: la prima è
quella di intensificare il dialogo tra gli Specialisti del
settore, mirando ad un “linguaggio” sempre più
comune ed a una coerenza sempre maggiore tra domanda e offerta
diagnostica; la seconda finalità è quella
di fornire ai Radiologi un riferimento per la trattazione
“esperta” di problemi inconsueti o anche di
tutti i giorni nella Medicina dello sport, in un ottimale
contesto plurispecialistico, quale quello offerto dalla
rivista “il Medico Sportivo”.
Prof. Giacomo Garlaschi
Presidente Sezione
“Radiologia muscolo-scheletrica”
S.I.R.M.
La radiologia
e lo sport della bicicletta
Carlo Faletti
Direttore Dipartimento per Immagini A.S.O C.T.O - C.R.F
- M. Adelaide
Consulente Istituto di Medicina dello Sport, Torino
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Lo sport della bicicletta,
vera tradizione italiana, ha avuto negli ultimi anni un
notevole incremento di praticanti sia a livello professionistico
che amatoriale. Parimenti si sono incrementate le prestazioni
grazie anche ad una vera e propria “gara” per
migliorare le caratteristiche tecniche e i materiali della
componentistica della bicicletta sia da strada che da fuoristrada
e le performance atletiche.
D’altro canto una non sempre accorta politica di identificazione
dei percorsi e delle regole per l’esercizio di tale
attività, unitamente ad una scarsa programmazione
educativa dei praticanti, ha avuto come risultato pratico
un incremento sia della patologia traumatica che di quella
da overuse. Nel periodo di maggior frequentazione di questo
sport nella nostra regione fra aprile e ottobre 2004 la
media di ciclisti affluiti presso il nostro Trauma Center
di riferimento regionale è stato di 1,5 pazienti
al giorno, dimostrando come le lesioni traumatiche siano
frequenti e spesso gravi. In questo campo la “Radiologia”
o meglio la “Diagnostica per Immagini” svolge
un ruolo importante nell’identificare sede ed entità
della lesione. L’esame radiologico è sicuramente
la prima indagine che solitamente è in grado di completare
l’iter diagnostico quando siamo di fronte alle più
comuni alterazioni traumatiche scheletriche quali la clavicola,
il femore e il bacino, la spalla e il polso. (fig. 1)
Solo talvolta è necessario, di fronte a lesioni più
complesse come una frattura del bacino, ricorrere ad un
esame più complesso quale la TC spirale con ricostruzioni
3D per fornire all’ortopedico tutte le informazioni
utili per una pianificazione operatoria. (fig. 2)
Più raramente, specie in casi di negatività
radiologica e persistendo la sintomatologia dolorosa e l’impotenza
funzionale (pensiamo ad esempio alla specialità delle
corse di mountain bike), si può completare l’iter
diagnostico con l’esecuzione di un esame RM in grado
di evidenziare fratture occulte come nella spalla e nel
polso. (fig. 3)
Nelle lesioni da overuse quanto scritto da F. Conconi e
R. Gregor nel testo “Road Cycling” rappresenta
una puntuale codificazione identificando, negli eventi cronici
non controllati, da sovraccarico con episodi di microtraumatismo
ripetuto, la definizione di questa patologia e giustificando
il loro insorgere nel sovraffaticamento del gesto specie
in salita con rapporti eccessivi e nel non corretto rapporto
fra mezzo meccanico e posizionamento del ciclista su di
esso. Le quattro componenti del corpo umano coinvolte nella
patologia da overuse sono: tendini, borse sierose, nervi
e segmenti osteoarticolari. Le patologie di più frequente
riscontro e che possono essere studiate con l’imaging
sono le seguenti:
• Cervicalgia
• Dolore al gomito
• Neuropatia del nervo ulnare
• Sindrome del tunnel carpale
• Low back pain
• Condromalacia rotulea
• Tendinite del rotuleo
• Tendinite del quadricipite
• Tendinite della zampa d’oca
• Sindrome della bendeletta
ileo-tibiale
• Sindrome dei flessori
a livello ischiatico
• Tendinite del tibiale anteriore
• Tendinite dell’Achilleo
• Fascite plantare
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L’esame radiografico è sicuramente l’indagine
di base utile nell’identificare sia la morfologia
del segmento scheletrico interessato che la correttezza
dei rapporti articolari, ma sono le altre modalità
di indagine, che devono intervenire per meglio codificare
la patologia. Fra queste, sicuramente un ruolo importante
viene ricoperto dall’ecografia, indagine estremamente
utile ad esempio nello studio delle alterazioni del nervo
mediano a livello del tunnel carpale (fig. 4) o nella valutazione
tendinea per dimostrare il grado di flogosi o di degenerazione
della struttura stessa. Grazie alla diffusione e alla progressiva
codificazione dei parametri esecutivi la, RM rappresenta
sempre di più una indagine di alta sensibilità
e specificità sia per la sua intrinseca sensibilità
nella valutazione delle modificazioni tissutali come ad
esempio nello studio della componente flogistica e degenerativa
dei tendini (fig. 5) sia per la panoramicità che
consente una valutazione complessiva estesa sia ai tessuti
molli che alla componente scheletrica. (fig. 6)
Non va dimenticato, infine, come ad esempio in un quadro
di low back pain lombare la RM possa identificare, ad esempio,
la presenza di una flogosi articolare interapofisaria responsabile
di una sindrome sciatalgia. (fig. 7)
In conclusione, la diagnostica per immagini svolge, unitamente
ad altre specialità, un ruolo molto importante nella
valutazione delle alterazioni patologiche collegate con
questa attività sportiva sia nella sua componente
traumatica, peraltro non dissimile da quella di altre specialità,
ma soprattutto nella componente da overuse, veramente specifica
di questo sport, di non facile codificazione clinica nella
sede ed entità lesiva, elementi utili per la correzione
delle cause e nel trattamento delle stesse. Appare quindi
ribadito l‘ormai consolidato rapporto che deve collegare
il Radiologo con gli atri specialisti del settore per una
corretta “gestione” dell’utente di questo
affascinante sport.
Figura 1. Frattura scomposta
del terzo medio della clavicola

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Figura 2. Immagine TC 3D in frattura scomposta dell’emibacino

Figura 3. Rx ed RM di frattura occulta del capo distale
del radio
Figura 4. Ecografia del nervo mediano, di dimensioni aumentate
e aspetto lievemente disomogeneo per flogosi da compressione

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Figura 5. RM sagittale del ginocchio. Iperintensità
tendinosica dell’inserzione polare del tendine rotuleo
Figura 6. RM assiale con dimostrazione di entesopatia acuta
dell’inserzione rotulea del tendine quadricipitale
con interessamento edematoso
della componente scheletrica della rotula

Figura 7. RM assiale con visualizzazione di reazione pseudocistica
articolare interapofisaria di tipo flogistico, responsabile
di un fenomeno compressivo
sulla cauda

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Bibliografia essenziale
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al. 2000
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