TENDINOPATIE
DI SPALLA DI SPORTIVI:
NUOVE OPPORTUNITÀ TERAPEUTICHE
Rocco Romeo in collaborazione con L. Alagia, A. Placella,
M. Trabace
Delegazione S.I.A. Basilicata
UO Ortopedia Azienda Ospedaliera S. Carlo, Potenza
Riassunto
Le tendinopatie alla spalla sono molto frequenti negli individui
sportivi, in particolare nei praticanti sport di lancio,
e sono caratterizzate da lesioni che possono esitare in
perdita della congruenza articolare immediata (lussazione
o sublussazione) o nell’instaurarsi di un meccanismo
di rilasciamento patologico capsulare e legamentoso. Tale
danno determina l’instaurarsi di una lassità
che può esitare a distanza in fenomeni caratteristici
dell’instabilità conclamata (instabilità
microtraumatica, sublussazione e spalla dolorosa post-traumatica).
Tutte le tendinopatie vengono trattate con riposo, tutore
molle articolato ed esercizi di mantenimento della propriocezione
e del tono-trofismo muscolare.
Le tendinopatie meno gravi vengono abitualmente trattate
con terapia farmacologica locale e in generale con l’obiettivo
di recuperare al più presto l’atleta allo sport,
mentre quelle più gravi, sottoposte ad accertamenti
diagnostici sofisticati (ecografia e RM o ArtroRM), debbono
essere comunque monitorizzate e deve essere applicata una
terapia farmacologica locale e generale che permetta allo
sportivo di iniziare il più rapidamente possibile
esercizi di controllo muscolare. In effetti tale programma
terapeutico evita in gran parte dei casi, una ipotrofia
muscolare da inattività che lascia l’articolazione
lesa in balia degli stress minimi che spesso condizionano
in maniera rilevante la guarigione delle lesioni articolari.
I tendini sono strutture facilmente vulnerabili agli insulti
traumatici o microtraumatici in particolare quando l’organismo
è carente dei microelementi nutrizionali essenziali
per il buon funzionamento e la conservazione del tendine
stesso, come nel caso di sovraccarico funzionale negli sportivi.
Poiché sembra confermato dalla letteratura internazionale
che l’apporto di tali microelementi sia fondamentale
per prevenire, mitigare, trattare i danni tendinei provocati
dall’attività muscolare, in questa ottica abbiamo
voluto verificare l’efficacia di un trattamento con
Eutend, (complemento alimentare a base di Alfa-Ketoglutarato
di Ornitina (OKG), Metil-Solfonil-Metano (MSM), L-Lisina,
Vitamina C, Biotina, Glucosamina-Solfato e Condroitin-Solfato),
in confronto a ibuprofene, entrambi somministrati secondo
uno schema terapeutico e con dosaggi calcolati in base alla
gravità della tendinopatia, in 50 soggetti praticanti
sport che si erano procurati una tendinopatia alla spalla;
37 erano uomini, 13 donne, l’età media era
di 26 anni (min. 18, max 34).
All’inizio del trattamento, il 60% dei soggetti erano
impossibilitati a praticare l’attività minima
(movimenti sciolti di rotazione, elevazione, quali il vestirsi,
mangiare, pettinarsi), nella rimanente percentuale era difficoltoso
l’atto di intra-extrarotazione lenta e veloce. I risultati
sono stati ottimi in tutti i casi con un accelerato recupero
della funzione rispetto ai tempi precedenti.
Introduzione
Le tendinopatie di spalla (tendinopatie del sottoscapolare,
del capo lungo del bicipite, del sottospinoso, del sovraspinoso
e del piccolo rotondo), colpiscono prevalentemente quegli
atleti la cui disciplina sportiva implica l’uso intenso
o ripetitivo dell’arto superiore, in particolare,
quelle in cui il “lancio” rappresenta il gesto
tecnico caratteristico: lancio del giavellotto, baseball,
nuoto, canottaggio, sollevamento pesi, ginnastica, lotta,
tennis.
Tale patologia tendinea va inquadrata all’interno
della sindrome da impingement o del conflitto anteriore
ed il dolore incidente che ne consegue è il risultato
di una usura muscolotendinea o impingement dei tendini compressi
tra l’estremità omerale e l’arco coracoacromiale.
Le tendinopatie della spalla sono storicamente molto frequenti,
isolate ed associate, semplici, ovvero senza danno anatomico
grossolanamente rilevabile, o complesse, ovvero con danno
anatomo-patologico rilevabile con esame clinico e strumentale.
Non esistono classificazioni che considerino la presenza
di danno anatomico articolare e, nel caso positivo, le sue
caratteristiche e la prognosi della patologia determinata
dal trauma. Si potrebbe ipotizzare (Tabella 1), come per
le tendinopatie del ginocchio una classificazione che si
rifaccia a quattro gradi, in rapporto alla lesione della
cinghia capsulare anteriore e posteriore. Si deve quindi
considerare l’anatomia della spalla che si caratterizza
per la presenza dei tendini sopraspinato, infraspinato,
sottoscapolare, Teres minore. Vengono considerate di 1°
grado le tendinopatie di minima entità (senza danno
anatomo-patologico) con mantenimento delle caratteristiche
strutturali dello stesso; nelle tendinopatie di 2° grado
la cinghia capsulare anteriore subisce lesione parziale
o minima in almeno uno dei tendini. Si considerano di 3°
grado le tendinopatie di più di un tendine, di 4°
grado quelle lesioni complete di uno o più tendini
con sicura dislocazione scapolo-omerale. Le lesioni anteriori
di 4° grado possono essere trattate chirurgicamente
in prima istanza, anche se si resta sempre dubbiosi, negli
sportivi, per un trattamento chirurgico che spesso può
essere incompleto in quanto l’acuzie del trauma spesso
cela aspetti anatomo-patologici che appaiono a distanza,
quali lo sfiancamento capsulare e legamentoso e le lesioni
da scarsa cicatrizzazione del labbro glenoideo. Da sempre
è diffusa la convinzione che si possa arrivare ad
una buona e più rapida cicatrizzazione senza intervento,
per cui è ancora consolidato il concetto di guarigione
delle lesioni anteriori senza chirurgia. Anche il trattamento
incruento delle tendinopatie di 3° grado è cambiato:
si è passati dall’immobilizzazione in gesso
o tutore per 30 gg. all’uso di sling più o
meno rigidi che permettono un range articolare completo
nell’arco non doloroso con esercizi senza tutore,
nel caso di buon controllo neuromuscolare.
Il problema delle tendinopatie di 1° grado resta tutt’oggi
quello di non banalizzare il quadro clinico non proteggendo
le fasi di guarigione. Proprio a questi tre gruppi (1°-2°-3°)
abbiamo rivolto il nostro interesse terapeutico con l’obiettivo
di valutare la differente risposta ad una terapia innovativa,
basata su crioterapia controllata e terapia medica generale
con un complemento alimentare a base di Alfa-Ketoglutarato
di Ornitina (OKG), Metil-Solfonil-Metano (MSM), L-Lisina,
Vitamina C, Biotina, Glucosamina-Solfato e Condroitin-Solfato
(Eutend).
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Tabella1 - Ipotesi di classificazione delle lesioni di spalla
Il razionale di questa scelta scaturisce da studi riportati
nella letteratura internazionale che confermano l’importanza
di questi microelementi nel prevenire, mitigare, trattare
i danni tendinei provocati dall’attività muscolare;
infatti, i tendini sono strutture facilmente vulnerabili
agli insulti traumatici o microtraumatici in particolare
quando l’organismo è carente di questi microelementi
nutrizionali essenziali per il buon funzionamento e la conservazione
del tendine stesso, come nel caso di sovraccarico funzionale
negli sportivi.
Qui riportiamo la nostra esperienza sul trattamento delle
lesioni acute di 1°, 2° e 3° grado mediante
associazione di crioterapia e terapia farmacologica con
Eutend.
Eutend è un complemento alimentare a base di Alfa-Ketoglutarato
di Ornitina (OKG), Metil-Solfonil-Metano (MSM), L-Lisina,
Vitamina C, Biotina, Glucosamina-Solfato e Condroitin-Solfato
la cui ampia letteratura scientifica ha evidenziato come
essi, per via della loro spiccata attività sinergica,
siano particolarmente efficaci nel mantenere la funzionalità
dei tendini, in particolare in soggetti con carenze nutrizionali
o sotto sforzo fisico.

Tabella 2. Caratteristiche alla rilevazione basale della
popolazione esaminata
Tabella 3. Schema terapeutico dello studio

Tabella 4. Valutazione
dati clinici soggettivi
Tabella 5. Valutazione dati clinici oggettivi

Tabella 6. Valutazione strumentale di controllo della ripresa
articolare
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Materiali e metodi
Abbiamo considerato a posteriori il risultato del trattamento
farmacologico con Eutend nelle tendinopatie di 1°-2°-3°
grado di spalla. In un periodo di 6 mesi abbiamo trattato
con Eutend e Ibuprofene per os 50 spalle di soggetti giovani
praticanti sport con contusione e distorsione di spalla.
I nostri pazienti erano così divisi (Tabella 2):
37 erano uomini, 13 donne, l’età media era
di 26 anni (min. 18, max 34), in maggioranza si trattava
di soggetti praticanti pallanuoto (16), in 8 casi pallavolo,
in 6 rugby, in 4 casi sci, 11 casi pallacanestro, 5 casi
ginnastica. In questo lavoro non abbiamo ritenuto utile
considerare il meccanismo patogenetico che ha determinato
i sintomi, essendo ininfluente nel meccanismo valutativo.
Il tipo di trattamento è stato conseguente ai sintomi,
che hanno portato i pazienti a chiedere una terapia che
potesse portare ad una rapida attenuazione della sintomatologia
dolorosa. Nelle tendinopatie di 1° il trattamento ortopedico
è consistito in un semplice bendaggio protettivo.
In quelle di 2° grado il trattamento ortopedico prevedeva
un tutore molle, in maniera che fosse ben tollerato. Era
previsto movimento passivo ed attivo in scarico di elevazione
ed abduzione; per una postura corretta sono stati programmati
esercizi di controllo del cingolo scapolo-omerale e scapolo-toracico.
Per 15 gg. sono state vietate le rotazioni e gli esercizi
di carico articolare in retroposizione, per evitare un possibile
allentamento delle strutture capsulo-legamentose con conseguente
residua lassità a distanza. La motilità prevedeva:
riposo controllato, movimento attivo di elevazione ed abduzione
della spalla con controllo delle rotazioni, movimento lineare
controllato ad altezza di tronco se non doloroso, associazione
di un programma di ginnastica passiva ed elettroterapia.
In questo gruppo l’attività sportiva è
stata vietata assolutamente per almeno 15 gg. In 13 casi
i pazienti hanno ripreso significativamente a forzare l’arto
senza grossi problemi, escludendo le rotazioni e gli stress
in valgo-estensione dopo solo 20 gg. L’obiettivo è
sempre stato quello di mantenere un effetto terapeutico
per tutti i 30-40 gg., durante il quale si deve ottenere
una completa cicatrizzazione lesionale.
Le tendinopatie di 3° grado sono state trattate con
tutore rigido in rotazione neutra con controllo diretto
della scapolo-omerale per 10 gg. Il movimento passivo è
stato concesso dopo tale periodo con esclusione delle rotazioni.
Dopo 15 gg. sono state concesse le rotazioni e gli esercizi
di carico articolare ad alta velocità, mentre i carichi
a bassa velocità sono stati concessi dopo ulteriori
20 gg.
I 50 pazienti in studio sono stati suddivisi secondo lo
schema terapeutico descritto nella Tabella 3.
Al fine di avere un criterio di valutazione corretto, per
un trattamento sostanzialmente coadiuvante, abbiamo pensato
a criteri soggettivi ed oggettivi clinici e a valutazione
strumentale. I dati clinici soggettivi (Tabella 4) sono
stati: la quantificazione del dolore secondo una scala di
valutazione del sollievo dal dolore a 4 punti (0=nullo;
1=scarso;2=moderato; 3=totale) e del recupero della funzionalità
articolare valutato mediante scala a 3 punti (0=nullo; 1=parziale;
2=totale).
I parametri clinici oggettivi utilizzati (Tabella 5) sono
stati la dolorabilità, la tumefazione articolare,
la presenza di versamento articolare, i difetti di articolarità,
la persistenza di ecchimosi più o meno importanti
e la presenza di positività del drawer test.
Quando possibile abbiamo effettuato test di Gagey radiografico,
al fine di accertare una lassità articolare misconosciuta.
La valutazione strumentale di controllo della ripresa articolare
(Tabella 6) si è basata su ecografia a 7 e a 35 gg.
dall’inizio del trattamento; la capacità muscolare
è stata controllata mediante test di forza in estensione
con controllo grafico a 35 gg. e mediante una misurazione
circonferenziale del trofismo muscolare a 7 e a 35 gg.
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Risultati
La valutazione delle spalle in immissione allo studio presentava
un grafico caratterizzato da:
costante presenza di dolore, presente a riposo e che si
accentuava ai movimenti anche semplici di antero e retropulsione;
deficit di articolarità, per contrattura scapolo-toracica
dei flessori mediali, per atteggiamento antalgico e per
la presenza variabile di liquido endoarticolare;
tumefazione e soffusione emorragica in sede anteriore, più
o meno importante, da stravaso ematico e da conseguente
ematoma; solo nel 20% dei casi si trattava di ecchimosi;
difficoltà alla mobilizzazione controllata, con scatti
articolari da deficit di controllo muscolare e da atteggiamento
neuromotorio di difesa;
presenza di interessamento infiammatorio endoarticolare,
minimo nelle lesioni di 1° grado, anche cospicuo nelle
lesioni di 2°.
La palpazione delle spalle mostrava una dolorabilità
elettiva sul decorso del c.l.bb., nel 20% dei casi, sull’inserzione
del legamento coraco-omerale nel 40% dei casi e anche nel
40% sull’inserzione omerale del sottoscapolare. Al
dolore pressorio sul legamento, nel 30% dei casi si associava
la presenza di dolorabilità a tutto il guscio capsulare
postero-mediale, da interessamento della capsula e dei tendini
rotatori. L’arco motorio delle spalle presentava una
limitazione costante degli ultimi gradi dei movimenti variabile
tra i 5 e i 15°. Il test di stabilità della spalla
mostrava una modesta positività del drawer test con
minimo (+---) ad un massimo(++--). Il test in stress radiografico
di Gagey, era negativo in 43 casi, minimamente positivo
in 7 casi.
La sintomatologia soggettiva ed oggettiva, con Eutend, iniziava
a diminuire di intensità già dopo una settimana
nei casi meno gravi, mentre nella nostra esperienza il dolore
inizia la parabola discendente dopo la 10-12° giornata,
in particolare la pressione sul comparto mediale causava
un breve disturbo e lo stress in valgo modestamente fastidioso.
Le tendinopatie di 2° grado giungevano ad una articolarità
completa a 10 gg., mentre la digitopressione sul comparto
anteriore diventava negativa a 20 gg. e il drawer-test diventava
negativo a 25 gg. Le tendinopatie di 3° grado sono giunte
ad una funzione articolare accettabile solo dopo 25-30 gg.,
la funzione articolare era recuperata dopo 60 gg. La postura
diventava corretta, seppure sotto controllo fisioterapico,
mediamente tra i 10-15 gg. Nelle tendinopatie di 1°
grado abbiamo iniziato a testare l’articolarità
ad alta e bassa velocità, lineare sottomassimale,
dopo soli 10 gg. senza particolari problemi, mentre nelle
tendinopatie di 2° grado la bassa velocità iniziava
a 20 gg.
I test radiografici a 20 e 35 gg. non hanno dato risposte
interessanti e i dati muscolari grafici hanno mostrato una
modesta variazione in crescita a 8-10 gg. comunque non significativa;
la misurazione del trofismo muscolare è stata sempre
nel range di normalità.
Discussione
e conclusioni
Ogni tendinopatia di spalla ha sempre determinato la necessità
di trattamento ortopedico e, in casi particolari con dati
anatomo-patologico positivi, anche un trattamento chirurgico.
L’evoluzione delle tecniche farmacologiche e dei trattamenti
fisioterapici ha determinato una variazione completa delle
indicazioni terapeutiche. È stata abolita l’immobilizzazione
e sostituita la terapia farmacologia per via generale con
una più selettiva ed efficace terapia sistemica;
è stata abbandonata l’immobilizzazione assoluta
e si è molto enfatizzata la terapia posturale con
il mantenimento e recupero completo della funzione muscolare.
Il trattamento innovativo, attuato in questo lavoro, ha
dato ottimi risultati nel 100% dei casi. Tutti gli atleti
sono tornati alla loro attività sportiva, senza alcun
fastidio, dopo soli 30 gg. nelle lesioni di 1° grado,
dopo 40 gg. in quelle di 2° e dopo 60 in quelle di 3°
grado (Figura 1). Tutti i test soggettivi ed oggettivi hanno
portato alla convinzione di una guarigione biologica completa.
Il meccanismo di guarigione biologica è stato migliorato
dall’efficacia del trattamento medico e dal mantenimento
corretto della funzione articolare. La clinica ci ha mostrato
un rapido riassorbimento dell’ecchimosi perilesionale
ed una diminuzione della soffusione e della tumefazione
peri ed endo-articolare.
La nostra esperienza valuta un’attenuazione consistente
del sintomo dolore nei casi trattati con Eutend (Figura
2) ed un significativo recupero della funzionalità
articolare (Figura 3) rispetto alle terapie tradizionali
con anticipo di circa 8-10 gg., in particolare per l’effetto
sui neurorecettori del dolore e per l’efficacia sull’edema
e la flogosi conseguente alla lesione. Eutend si è
mostrato efficace nel ridurre, fino ad annullarli, i fenomeni
reattivi locali e la sintomatologia dolorosa che scompare
rapidamente.
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Figura 1 - Efficacia del trattamento innovativo con Eutend
nelle tendinopatie di spalla di sportivi sulla ripresa dell’attività
sportiva
Figura 2 - Efficacia
del trattamento innovativo con Eutend nelle tendinopatie
di spalla di sportivi sulla sintomatologia dolorosa

Figura 3 - Efficacia
del trattamento innovativo con Eutend nelle tendinopatie
di spalla di sportivi sulla funzionalità articolare
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Bibliografia essenziale
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I tendini rappresentano
gli elementi fondamentali di comunicazione per trasmettere,
distribuire e graduare le sollecitazioni che le attività
muscolari esercitano sull'apparato scheletrico.
Sono strutture facilmente vulnerabili agli insulti traumatici
o microtraumatici in particolare quando l’organismo
è carente dei microelementi nutrizionali essenziali
per il buon funzionamento e la conservazione del tendine
stesso.
Sembra confermato dalla letteratura internazionale che l’apporto
di tali microelementi sia fondamentale per prevenire, mitigare,
trattare i danni tendinei provocati dall’attività
muscolare.
Inoltre, nuove acquisizioni hanno permesso di chiarire la
struttura complessa dei tendini e di identificare quali
siano i microelementi essenziali: Alfa-Ketoglutarato di
Ornitina (OKG), Metil-Solfonil-Metano (MSM), L-Lisina, Vitamina
C, Biotina, Glucosamina-Solfato e Condroitin-Solfato.
L’Alfa-Ketoglutarato di Ornitina (OKG) è un
composto presente nel contesto di importanti meccanismi
cellulari di produzione dell’energia recentemente
introdotto come complemento integrativo nella terapia ricostituente
delle condizioni di particolare debilitazione fisica quali:
stati di malnutrizione, alterazioni muscolari congenite,
tendinopatie.
La letteratura scientifica internazionale suggerisce l’integrazione
di OKG nella terapia del recupero degli stati post-traumatici
e nel miglioramento del tono muscolare in pazienti affetti
da deficit di tale elemento.
Il Metil-Solfonil-Metano (MSM), forma naturale dello zolfo
organico, è un agente terapeutico unico utilizzato
in tutto il mondo per il trattamento di molti disturbi infiammatori
e dolorosi. Dati di letteratura indicano che lo zolfo è
un minerale di fondamentale importanza per tutte le funzioni
delle nostre cellule. In caso di carenza di zolfo l’organismo
non riesce a ricostruire cellule sane, flessibili e soprattutto
permeabili. L’importanza della permeabilità
cellulare risiede nel fatto che una elevata permeabilità
favorisce l’eliminazione delle “tossine”
che si formano al loro interno e l’assorbimento delle
sostanze nutrienti. Ciò spiega la capacità
dell’MSM di lenire il dolore che spesso è causato
da un accumulo di sostanze tossiche nelle articolazioni,
nei muscoli e nei tendini.
La L-Lisina è un aminoacido essenziale e, oltre a
svolgere una funzione come componente della molecola proteica,
è anche un precursore di molecole con importanti
funzioni biologiche. È un aminoacido fondamentale
per la stabilità e la densità del collagene
in quanto ne promuove la formazione; inoltre, protegge la
cartilagine e i tessuti connettivi in genere.
La vitamina C, oltre a tutte le riconosciute funzioni antiossidanti,
è fondamentale nel caso specifico delle patologie
articolari per il metabolismo della Lisina nel processo
di costruzione del collagene.
È necessario un rifornimento continuo, infatti il
corpo umano non è capace di sintetizzarla. La vitamina
C è un potente antiossidante stimola la crescita
dei fibroblasti e la sintesi di nuovo collagene.
La biotina è una vitamina idrosolubile del complesso
B prodotta dalla flora batterica intestinale e dall’alimentazione.
È presente nella formazione di acidi grassi, nella
sintesi dell’acido nucleico e nell’ossidazione
di acidi grassi e carboidrati. Una carenza di biotina nell’uomo
causa dolori muscolari, inappetenza, pelle secca, mancanza
di energia, insonnia e disturbi al sistema nervoso.
La Glucosamina-solfato è un amino-monosaccaride necessario
alla formazione delle catene di glicosaminoglicani della
cartilagine articolare ed è utilizzata da anni nelle
patologie artrosiche in quanto entra a far parte del pool
metabolico per la biosintesi dei glicosaminoglicani. Ha
azione sul metabolismo cartilagineo e esplica attività
antiflogistica.
Il Condroitin-solfato lavora in sinergia con la glucosamina
in quanto costituisce il substrato per la sintesi di nuova
matrice cartilaginea. La sua particolare conformazione le
permette di attrarre e trattenere molta acqua da cedere
ai glicosaminoglicani, indispensabile per nutrire e lubrificare
le articolazioni.
L’ampia letteratura scientifica su tali complementi
ha evidenziato come essi, singolarmente o in sinergia, siano
particolarmente efficaci nel mantenere la funzionalità
dei tendini, in particolare in soggetti con carenze nutrizionali
o sotto sforzo fisico. Tali evidenze scientifiche sulle
proprietà di questi elementi hanno consentito di
ottenere EUTEND® (complemento alimentare a base di Alfa-Ketoglutarato
di Ornitina (OKG), Metil-Solfonil-Metano (MSM), L-Lisina,
Vitamina C, Biotina, Glucosamina-Solfato e Condroitin-Solfato)
e i cui componenti sono stati appositamente studiati e selezionati
per via della loro spiccata attività sinergica che
assicura il corretto apporto all’organismo così
da integrare ed aumentare le difese naturali dell’organismo.
INGREDIENTI:
Ogni bustina contiene: alfa-ketoglutarato di ornitina, metil-solfonil-metano,
l-lisina, Vitamina C, biotina, glucosamina-solfato e condroitin-solfato.
EUTEND® è disponibile in astuccio contenente
20 bustine da 3 mg (peso netto confezione: 60 mg).
INDICAZIONI:
EUTEND® è un complemento alimentare indicato
per riequilibrare e apportare una quota supplementare dei
nutrienti contenuti, in presenza di carenze alimentari o
di aumentati fabbisogni. Coadiuvante nei processi riparativi
tendinei.
MODALITÀ D’USO:
Si consiglia l’assunzione di 1-2 bustine al giorno
prima dei pasti principali.
È importante seguire un’assunzione regolare
e costante del prodotto per garantire un giusto apporto
necessario ad integrare e rafforzare le difese dell’organismo.
Versare il contenuto di una bustina in poca acqua, mescolare
rapidamente e bere subito.
DATA DI SCADENZA:
Non utilizzare EUTEND® dopo la data di scadenza indicata
sulla confezione. Tale data si riferisce al prodotto in
confezionamento integro correttamente conservato. Tenere
lontano dalla portata dei bambini.
AVVERTENZE:
Non eccedere la dose giornaliera raccomandata.
Questo complemento alimentare non deve essere inteso come
sostituto di una dieta variata.
PRECAUZIONI PER LA CONSERVAZIONE:
Conservare la confezione in un luogo fresco ed asciutto.
Evitare l'esposizione a fonti di calore localizzate.
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